Chiese europee: i cristiani “indipendenti”

A Varsavia Ccee e Kek discutono di «Fede e religiosità in un’Europa che cambia. I nuovi movimenti cristiani in Europa». In rapida crescita evangelici e pentecostali.

Le Chiese cristiane storiche alla prova dei nuovi movimenti cristiani, evangelici e pentecostali. Negli ultimi 100 anni l’Europa ha subito profondi cambiamenti nella sua composizione in termini sia religiosi sia demografici. E sebbene cattolici e ortodossi rappresentino oggi il 75% dei cristiani in Europa, i cosiddetti “cristiani indipendenti marginali” (Indipendent Marginal Christians) sono in rapida crescita. “Fede e religiosità in un’Europa che cambia. I nuovi movimenti cristiani in Europa: sfide o opportunità?”. Di questo stanno parlando a Varsavia le presidenze del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) e della Conferenza delle Chiese europee (Kek) all’incontro del loro comitato congiunto che si è aperto ieri pomeriggio a Varsavia nella nuova sede della Caritas polacca. Le due delegazioni sono guidate dal cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente Ccee, e dal metropolita Emmanuel di Francia, del Patriarcato ecumenico e presidente Kek.

Un fenomeno in crescita.

A fare il “punto” della situazione religiosa nel continente europeo è stato Stanislaw Wargacki dell’Università cattolica di Lublino, presentando dal punto di vista sociologico il tema scelto dal comitato congiunto. Secondo le statistiche 2013 – riportate dal settimanale “Riforma” – in Europa, sarebbero 20 milioni le persone che aderiscono ai movimenti evangelici e pentecostali. Una realtà che sembra avere particolare successo nel Regno Unito e in Russia: in entrambi i Paesi, sono 5 milioni i seguaci dei nuovi movimenti religiosi. “In molti Paesi europei – ha detto il professore polacco – le comunità cristiane hanno fortemente risentito dell’impatto dei flussi migratori provenienti dal Sud del mondo. Alcune delle più grandi congregazioni di cristiani si trovano oggi proprio in Chiese costituite da immigrati africani. E ciò avviene anche per i latino americani e gli asiatici”. In alcune aree europee dove “il credito della Chiesa è in declino”, fioriscono i nuovi movimenti cristiani evangelici e pentecostali. Tra questi, di particolare interesse riveste il “movimento del rinnovamento carismatico” che è uno dei più “dinamici” in Europa se si pensa che se nel 1919 i membri del “rinnovamento carismatico” erano 26mila, nel 2010 erano diventati più di 31 milioni. Molto difficile districarsi in questo mondo composito e frammentario: i nuovi movimenti pentecostali ed evangelici includono movimenti evangelicali, di rinnovamento liturgico, gruppi di studi biblici. Il più importante rimane il ceppo che si riconosce nel “rinnovamento pentecostale-carismatico”.

Risposte semplici a domande complesse.

Di fronte a questo dilagare, la Chiese storiche possono svolgere un ruolo importante: “stimolare nei propri fedeli una riflessione approfondita che deve riguardare tutti gli aspetti della vita sociale”. È il Rev. Luy Liagre a delineare una prima linea di azione, parlando a margine dell’incontro. “Si tratta – dice – di combattere soprattutto ogni forma di fondamentalismo, portato avanti da questi movimenti che cercano di riaffermare la fede cristiana in concetti semplici, dando risposte semplificate a questioni che invece sono estremamente complesse”. Le Chiese si trovano dunque di fronte a mutazioni che dipendono da “aspetti demografici dovuti a movimenti migratori, dalla secolarizzazione e dal fatto che la religiosità istituzionalizzata delle chiese tradizionali sta perdendo vitalità. È senz’altro una sfida per le chiese tradizionali che sono incoraggiate ad interrogarsi sulla nostra testimonianza, sulla presenza cristiana nel mondo contemporaneo”.

La domanda di Dio.

Secondo mons. Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, il successo dei nuovi movimenti cristiani non organizzati rivela “chiaramente” che “c’è una domanda profonda e radicale di Dio nel cuore di ogni persona” a cui le Chiese oggi devono rispondere. “Questi movimenti – spiega – rivelano come sta crescendo una religione non organizzata. È un fenomeno sempre più grande e per i pastori delle Chiese tradizionali, cattoliche, protestanti, anglicani, è un fenomeno che fa riflettere perché da una parte rivela che la religione non è sparita, ma dall’altro rappresenta anche una sfida pastorale, perché si tratta di capire come la fede cristiana possa essere capita e sentita dalla gente di oggi che cerca la verità e Dio pur se alle volte in modo confuso”. “C’è chiaramente una domanda di Dio nel cuore di ogni persona. Anche in questo mondo secolarizzato e segnato dall’ateismo, l’uomo non cessa di cercare un senso al suo quotidiano vivere”.