La Chiesa di Rieti dopo il terremoto: «Il territorio ci coinvolge»

Tanti i fronti aperti per la Chiesa di Rieti dopo il terremoto. Dagli aiuti materiali a persone e economia locale tramite Caritas, ai temi della pastorale.

Recuperare tutti i contatti e le informazioni possibili, capire in che modo si incrociano domanda e offerta, creare un coordinamento sul territorio per facilitare la ricostruzione evitando di sovrapporre gli interventi. Sono le linee guida scaturite dall’incontro del vescovo Domenico Pompili con il gruppo operativo per il terremoto della Caritas diocesana e italiana.

Dal vertice, svolto nella mattina del 16 settembre, nella sala riunioni della curia di Rieti, è emersa la necessità della Chiesa di sviluppare progetti specifici di sostegno alle persone e all’economia delle aree terremotate, anche chiedendo un tavolo di lavoro comune con le altre forze istituzionali. L’idea è che per fare bene ciascuno deve fare la propria parte, integrando i percorsi in modo da non lasciare indietro nessuno.

«Il territorio ci coinvolge» è il tema di fondo sviluppato dagli incaricati, che hanno illustrato in che modo, su tutto il territorio interessato, si continuano a soddisfare i bisogni, cercando di decifrare le necessità, stabilendo percorsi di collaborazione e contribuendo ad armonizzare i desideri degli sfollati con le indicazioni di gestione e sicurezza.

In questa logica, sono spesso efficaci piccoli progetti puntuali, come quelli che iniziano ad essere portati avanti grazie alle donazioni di materiali e denaro ricevute fin’ora dalla Caritas diocesana.

Ad oggi sono disponibili quasi 380mila euro, 180mila dei quali provengono dalle donazioni dirette dei fedeli. Un canale ancora aperto al quale si andranno a sommare i proventi della raccolta straordinaria programmata nelle parrocchie per domenica 18 settembre dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Il vescovo di Rieti, quotidianamente presente sui territori terremotati, sta inoltre definendo un piano con il quale rispondere alle esigenze pastorali della zona, coordinando le forze diocesane e le tante offerte di aiuto che giungono da sacerdoti e religiosi di tutto il Paese. Un “accompagnare” la ricostruzione che riprende alcune delle indicazioni esposte la scorsa domenica durante la chiusura dell’Incontro pastorale.