Una Chiesa in Comune

Di sicuro la città ne avrebbe di peccati da confessare, di piccolezze da espiare, di malintesi da chiarire, di torti da riparare, di ingiustizie da consolare…

A Rieti la Chiesa e il Comune promuovono in parallelo due grandi iniziative, diverse per intenti e prospettive, ma forse accomunate dal medesimo bisogno di ritrovare il senso della comunità

Su invito del Santo Padre Francesco, la Diocesi di Rieti dedicherà “24 ore al Signore”. Per la Chiesa locale sarà sicuramente uno straordinario momento di fede e partecipazione. In Cattedrale si avvicenderanno le varie realtà in cui si articola il microcosmo dei credenti reatini. Sarà un alternarsi nella preghiera e nell’adorazione, ma anche un momento per ritrovarsi, confrontarsi e forse inventare nuovi percorsi in comune.

E saranno importanti anche le confessioni. Il sacramento con cui ci riconosciamo limitati, inadeguati, imperfetti, è un sano momento di umiltà. Spesso se ne esce più umani, più inclini ad ammettere l’errore. Ed è un bene perché aiuta a riconquistare la capacità di dialogo, al posto dell’incarognito “muro contro muro” nel quale spesso ci troviamo infognati.

Un esercizio che sarà certamente salutare per la Chiesa, ma farebbe forse bene all’intera città. Di sicuro ne avrebbe di peccati da confessare, piccolezze da espiare, malintesi da chiarire. Di certo ha mille torti da riparare, ingiustizie da consolare, bassi istinti da governare.

E allora come sarebbe bello in questa due giorni quaresimale vederla entrare almeno metaforicamente in chiesa. Vedere anche in chi non crede un rinnovato sforzo per portare in alto i cuori, in cerca di un bene più grande.

Ma i reatini si troveranno mai riuniti sotto un unico tetto ideale, ad incrociare gli sguardi, riconoscersi l’un l’altro amici, ammettere di aver fatto torti e impedito gioie? Potrebbe sembrare una vaghezza, una fantasia. Ma quanta vita civile ne discenderebbe? Non sarebbe il presupposto di una maggiore sicurezza, di strade più pulite, di una più equa distribuzione dei beni e del lavoro, di una più sana urbanistica?

Nelle stesse 24 ore che la Chiesa dedicherà al Signore, il Comune sarà impegnato in un vasto programma di promozione della cittadinanza e della legalitàL’idea sembra azzeccata, ma occorre essere attenti ad evitare che l’idea della legalità diventi semplice amore per la norma scritta, mera burocrazia, del tutto disincarnata dalla vita reale delle persone.

Per fortuna il programma messo insieme dal Comune è rassicurante. L’elenco degli ospiti e delle tematiche lasciano intendere che si tratterà soprattutto di comunicare i valori e le passioni che promuovono una vita civile limpida e feconda.

La speranza è che entrambi gli eventi piantino un seme da cui possa crescere una città mossa più dal bene comune che da un interesse privato frammentato e contraddittorio. Sarebbe come assistere alla nascita di una autentica comunità, nella quale ognuno farebbe nell’interesse di tutti quello che ora fa solo per sé.