Una Chiesa “formato famiglia”

La Chiesa reatina è pronta a mettere al centro della riflessione e dell’impegno pastorale la famiglia. Facendo tesoro, per quanto riguarda l’aspetto di testimonianza “secolare”, dei preziosi spunti offerti dalla Settimana sociale svoltasi su questo tema a Torino. E mettendosi in sintonia con la riflessione che la Chiesa italiana (anche con gli aggiornamenti del documento sulla preparazione al matrimonio che dovrebbero a breve essere pubblicati dalla Cei) e universale (“stuzzicata” dalle esortazioni di papa Francesco a progettare una reale accoglienza verso il vissuto delle persone e delle famiglie, specie quelle segnate da fragilità e difficoltà) sarà chiamata sempre più a svolgere in merito ad un annuncio del “Vangelo della famiglia” capace di incontrarsi con le ansie, le problematiche, ma anche le risorse che la “chiesa domestica” può offrire all’intera comunità ecclesiale.

La proposta di mettere matrimonio e famiglia al centro di questo anno pastorale viene dal vescovo, sulla base di quell’idea, contenuta nella sua lettera pastorale Alle querce di Mamre, di scegliere ogni anno un sacramento e i relativi richiami di ordine spirituale, ecclesiale e antropologico: dopo l’Anno della fede, che ha riaffermato la vocazione battesimale e l’impegno di riaffermare il proprio “credo”, ecco un anno per richiamare la responsabilità di tutta la Chiesa nel sostenere la vita matrimoniale e la “cellula base” della società che Gesù ha voluto santificare. Tale scelta, che era stata preannunciata da monsignor Chiarinelli il 9 settembre in occasione della celebrazione della Dedicazione della Cattedrale che aveva presieduto a nome a nome di Lucarelli (in quel giorno impegnato a Fano per le esequie del cugino), è stata ampiamente condivisa dagli organismi ecclesiali riunitisi nei giorni scorsi: il consiglio pastorale diocesano prima, il consiglio presbiterale poi.

L’avvio di un anno diocesano della famiglia si interseca perfettamente con questa ultima fase dell’Annus fidei, come ha voluto sottolineare il vicario generale, monsignor La Pietra. Tematicamente, dunque, dovrà innestarsi in esso, afferma don Ercole: «la vita familiare come risposta a quella fede che scaturisce dal battesimo, la vocazione all’amore coniugale come prima modalità di tradurre il credo cristiano in vita vissuta». Il momento celebrativo conclusivo dell’Anno della fede, è stato auspicato, potrà costituire l’occasione per lanciare il percorso pastorale con cui incentrare, come comunità diocesana, l’attenzione sulla famiglia. Nei prossimi giorni si riunirà anche il consesso dei vicari foranei per sintetizzare spunti e proposte emerse dai consigli diocesani e predisporre un progetto che possa orientare la riflessione e l’impegno delle comunità attorno a queste delicate e “provocanti” tematiche.

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