Chiamati a riflettere sulla fede di ciascuno: anche i giovani di Rieti a Roma con papa Francesco

Sabato prossimo a Santa Maria Maggiore alla vigilia della Gmg diocesana «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» il tema voluto dal Pontefice per questo attesissimo incontro

Sabato prossimo, 8 aprile, la Basilica di Santa Maria Maggiore stringerà, in un ideale ma caloroso abbraccio, le migliaia di giovani che “invaderanno” Roma per partecipare alla veglia di preghiera
con il Papa, in preparazione alla XXXII Gmg che si svolgerà a livello diocesano il giorno seguente, Domenica delle Palme. Un tema forte, quello della Gmg di questo 2017, «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49), un tema invita a riflettere sulla fede di Maria e dunque di riflesso sulla fede di ciascuno. La Gmg apre la strada ad un cammino di preparazione verso la Gmg del 2019, a Panama: il tema del prossimo anno (2018) – «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc1,30) – offrirà una meditazione sulla carità piena di coraggio con cui la Vergine accolse l’annuncio dell’angelo. La Gmg del 2019 sarà infine ispirata alle parole «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola» (Lc1,38), risposta di Maria all’angelo, carica di speranza.

Tanti giovani partiranno sabato prossimo da tutta la regione, in treno o in autobus, organizzati dalle realtà di pastorale giovanile, per essere presenti a Santa Maria Maggiore e condividere con papa Francesco questo particolare momento di spiritualità. In particolare faranno sentire la loro presenza le diocesi di Rieti, Palestrina, Tivoli, Albano, Frosinone, Porto–Santa Rufina ed infine Sora, con i giovani accompagnati dai loro vescovi.

Nel suo messaggio, Papa Francesco annuncia il tema del prossimo Sinodo dei Vescovi, ovvero “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, un momento in cui ci si interrogherà sul modo in cui i giovani si accingono a vivere l’esperienza della fede in mezzo alle sfide del nostro tempo, maturando progetti di vita attraverso un discernimento sulla propria vocazione “al matrimonio, nell’ambito laicale e professionale, oppure alla vita consacrata e al sacerdozio”.

Ed ecco la prima forte provocazione di Francesco: «Il nostro tempo non ha bisogno di giovani–divano»: bisogna mettersi in cammino così che «lungo la strada ci tornano alla mente i fatti della vita, e possiamo maturarne il senso e approfondire la nostra vocazione, svelata poi nell’incontro con Dio e nel servizio agli altri». Ed ecco che «quando Dio tocca il cuore di un giovane, di una giovane, questi diventano capaci di azioni veramente grandiose. Le “grandi cose” che l’Onnipotente ha fatto nell’esistenza di Maria ci parlano anche del nostro viaggio nella vita, che non è un vagabondare senza senso, ma un pellegrinaggio che, pur con tutte le sue incertezze e sofferenze, può trovare in Dio la sua pienezza». Ciascun giovane, nonostante i suoi limiti, può far sì che la propria vita «diventi strumento per migliorare il mondo. Gesù vi chiama a lasciare la vostra impronta nella vita, un’impronta che segni la storia, la vostra storia e la storia di tanti».

I giovani non possono essere «disconnessi dal passato», ma avere la consapevolezza che la storia personale di ciascuno si inserisce in un cammino lungo i secoli, attraverso la costruzione di esperienze nella vita dei singoli e nell’essere Chiesa. «La vera esperienza di Chiesa non è come un flashmob, in cui ci si dà appuntamento, si realizza una performance e poi ognuno va per la sua strada. La Chiesa porta in sé una lunga tradizione, che si tramanda di generazione in generazione, arricchendosi al tempo stesso dell’esperienza di ogni singolo. Anche la vostra storia trova il suo posto all’interno della storia della Chiesa. Fare memoria del passato serve anche ad accogliere gli interventi inediti che Dio vuole realizzare in noi e attraverso di noi. E ci aiuta ad aprirci per essere scelti come suoi strumenti, collaboratori dei suoi progetti salvifici. Anche voi giovani potete fare grandi cose, assumervi delle grosse responsabilità, se riconoscerete l’azione misericordiosa e onnipotente di Dio nella vostra vita».

L’invito di Francesco è forte. Chiede ai giovani di prendere consapevolezza che la vita non è come un “reality show”, in cui le storie non sono reali, ma si tratta solo di «minuti che scorrono davanti a una telecamera, in cui i personaggi vivono alla giornata, senza un progetto». Li invita invece ad essere protagonisti della propria storia, decidendo in prima persona quale sarà il proprio futuro. ricordando che «Dio è venuto ad allargare gli orizzonti della nostra vita, in tutte le direzioni. Egli ci aiuta a dare il dovuto valore al passato, per progettare meglio un futuro di felicità: ma questo è possibile soltanto se si vivono autentiche esperienze d’amore, che si concretizzano nello scoprire la chiamata del Signore e nell’aderire ad essa. Ed è questa l’unica cosa che ci rende davvero felici».