Celebrazione eucaristica ed edificazione della città terrena

Dalla partecipazione all’Eucaristia deriva l’impegno a vivere tutta la nostra vita personale, famigliare e sociale secondo il progetto di vita che Gesù ha proposto con i suoi insegnamenti, di cui ha dato l’esempio con la propria vita.

L’incidenza della celebrazione sulla vita concreta di ogni cristiano è richiamata in molti documenti della Chiesa. «La celebrazione eucaristica, “fonte e apice di tutta la vita cristiana”, è sorgente inesauribile di ogni autentico impegno cristiano». (CDSC 519). È proprio nella liturgia che la Chiesa si propone come luogo di trasformazione dei rapporti sociali: «la presenza del Risorto in mezzo ai suoi si fa progetto di solidarietà, urgenza di rinnovamento interiore, spinta a cambiare le strutture di peccato in cui i singoli, le comunità, talvolta i popoli interi sono irretiti» (Dies Domini 72). Dall’Eucaristia «I discepoli di Cristo si dispongono ad affrontare con la forza del Risorto e del suo Spirito, i compiti che li attendono nella loro vita ordinaria» (DD 45). Infatti dall’Eucaristia riceviamo un costante impulso nella quotidiana dedizione ai propri impegni. Di più. Quando nel passato, purtroppo anche ai nostri giorni, i cristiani erano chiamati a una testimonianza eroica della loro fede, dall’Eucaristia ricevevano la forza necessaria fino ad affrontare il martirio.

Se, infatti, la visione cristiana porta a guardare ai “cieli nuovi”, ciò non indebolisce, ma piuttosto stimola il nostro senso di responsabilità verso la terra presente. L’agire cristiano scaturisce, allora dal vissuto eucaristico e tende a plasmare la società umana nella luce sempre ulteriore del regno, sperimentato e partecipato nell’eucaristia.

La Caritas in Veritate di Benedetto XVI esprime la relazione tra preghiera liturgica e impegno per lo sviluppo dell’uomo, che ha inscindibile bisogno dei frutti dell’Eucaristia: di fraternità spirituale, di amore, di perdono, di rinuncia a se stessi, di accoglienza del prossimo, di giustizia e di pace.