Celebrato anche a Rieti il Giorno del ricordo

Il nostro Paese, grazie anche all’istituzione del Giorno del ricordo nel 2004 da parte del Parlamento, ha accettato d’inserire nella propria memoria storica il dramma che i popoli della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia vissero alla metà degli anni Quaranta del secolo scorso.

Il Comune di Rieti ha celebrato il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati. L’iniziativa ha compreso un momento di preghiera che ha visto don Valerio Shango, benedire una corona poi trasportata, a fine cerimonia, al cimitero cittadino.

«Il Giorno del ricordo è stato istituito dal Parlamento per ricordare una pagina angosciosa che ha vissuto il nostro Paese nel Novecento. Una tragedia provocata da una pianificata volontà di epurazione su base etnica e nazionalistica» ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione rilasciata oggi.

«Le foibe, con il loro carico di morte, di crudeltà inaudite, di violenza ingiustificata e ingiustificabile – sottolinea Mattarella – sono il simbolo tragico di un capitolo di storia, ancora poco conosciuto e talvolta addirittura incompreso, che racconta la grande sofferenza delle popolazioni istriane, fiumane, dalmate e giuliane. Alla durissima occupazione nazi-fascista di queste terre, nelle quali un tempo convivevano popoli, culture, religioni diverse, seguì la violenza del comunismo titino, che scatenò su italiani inermi la rappresaglia, per un tempo molto lungo: dal 1943 al 1945. Anche le foibe e l’esodo forzato furono il frutto avvelenato del nazionalismo esasperato e della ideologia totalitaria che hanno caratterizzato molti decenni nel secolo scorso».

Mattarella ricorda che «i danni del nazionalismo estremista, dell’odio etnico, razziale e religioso si sono perpetuati, anche in anni a noi molto più vicini, nei Balcani, generando guerre fratricide, stragi e violenze disumane». Ed aggiunge: «L’Unione europea è nata per contrapporre ai totalitarismi e ai nazionalismi del Novecento una prospettiva di pace, di crescita comune, nella democrazia e nella libertà. Oggi, grazie anche all’Unione europea, in quelle zone martoriate, si sviluppano dialogo, collaborazione, amicizia tra popoli e stati».

Per il presidente della Repubblica, «le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse. Esse fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell’odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema».

foto di Massimo Renzi