Carlotta e il suo violino

Il desiderio interrotto di una giovane musicista di incontrare, a Rio de Janeiro, Papa Francesco.

Nessuno la vedrà ma ci sarà anche una ragazza bionda e con il suo violino a sorridere con i giovani che vivranno con Papa Francesco la 28a Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro.

I media hanno parlato nei giorni scorsi di lei, Carlotta Nobile, violinista e direttore dell’orchestra da camera dell’Accademia di Santa Sofia, morta di cancro a 24 anni.

Una ragazza del nostro Sud che, stimata a livello mondiale per la sua eccellenza artistica, è improvvisamente apparsa nella cronaca italiana con la sua morte e ha così portato l’opinione pubblica ad accorgersi di una gioventù sorprendente, di una gioventù capace di impegni, progetti, sacrifici e ideali grandi.

Carlotta avrebbe tanto desiderato incontrare Papa Francesco.

Per un motivo che non si può spiegare, neppure consultando i migliori vocabolari, questo suo desiderio non rimarrà inascoltato anche se forse nessuno a Rio vedrà quella ragazza bionda, nessuno udrà il suono di quel suo violino. Nessun media potrà raccontare l’incrociarsi del sorriso di un Papa con il sorriso di una ragazza che non sarà fisicamente con i giovani della 28a Gmg.

L’incontro ci sarà e, anche se invisibile, non sarà un sogno.

La storia di Carlotta richiama questa certezza: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco hanno pensato la Gmg sì come un abbraccio tra i giovani visibili ma anche come un abbraccio tra questi e i giovani non visibili.

In ventotto appuntamenti la memoria ha sempre preso parola e volto ed è sempre risuonato il messaggio della speranza che fin dall’inizio della storia unisce una generazione all’altra.

Ecco perché la “presenza-assenza” di Carlotta Nobile, come quelle di altri giovani, sarà un ponte tra il finito e l’infinito, tra il tempo e l’eterno.

Questo dialogo orante e oltre il tempo tra uomini e donne è anche nel dna della Gmg: si chiama “comunione dei santi”.

Un’espressione non più di facile comprensione ma che dice di un’esperienza umana di eternità che cresce sotto lo sguardo di Dio.

Bisogna aver vissuto anche solo alcune Gmg, magari con il sole cocente e con la pioggia battente, per avvertire la bellezza di questo sguardo che i media non sono riusciti e non riusciranno a raccontare.

Non per difetto ma perché il loro compito è di accompagnare con onestà professionale fino alla soglia del mistero e lasciare poi ad altri la scelta di attraversarla.

C’è in questa sorta di arresto mediatico non una resa ma la presa d’atto che in una Gmg non ci sono effetti speciali ma c’è lo stupore per un Incontro che, vissuto con un intenso dialogo tra fede e ragione, cambia davvero la vita.

Anche Carlotta Nobile, come altri giovani, ha provato questo stupore mentre la malattia la distruggeva fisicamente.

“Io – ha lasciato scritto – non so più neanche quanti centimetri di cicatrici chirurgiche ho. Ma li amo tutti, uno per uno, ogni centimetro di pelle incisa che non sarà mai più risanata. Sono questi i punti di innesto delle mie ali”.

E’ la consapevolezza di una ragazza che ha visto la propria vita lanciata verso il successo prendere un’altra direzione e si è affidata agli angeli nel volo verso l’alto.

Nella storia, antica e recente, ci sono stati molti giovani che hanno vissuto esperienze come quella di Carlotta : sarà bellissimo “vederli” con i giovani di oggi e con Papa Francesco a Rio de Janeiro.

La Terra e il Cielo saranno ancora una volta protagonisti di uno spettacolo di speranza, sempre nuovo e sempre senza fine.

Chissà se in quello spettacolo si sentirà in sottofondo anche il suono di un violino accarezzato da una ragazza bionda, di 24 anni, del nostro Sud.