Laudato si' / Pastorale sociale e del lavoro

Carlo Petrini a Greccio: «Ripartire dal cibo per ritrovare la giustizia»

A lavori centrati sulle prospettive aperte dall’enciclica di papa Francesco e dalle Comunità Ladato si’ non potevano mancare Carlo Petrini e mons Pompili, che di queste ultime sono ideatori e fondatori

Come presidente e ideatore di Slow Food, l’intervento di Carlo Petrini al convegno di Greccio si sofferma sull’importanza del cibo, e sulla sua centralità «mai determinante come in questo momento storico».

Superare il rischio della “pornografia alimentare”

«Oggi – prosegue Petrini – in Italia basta accendere la televisione in qualsiasi ora del giorno e della notte per trovare qualcuno che parla con una padella in mano: questa non è la gastronomia, ma è solo una parte della gastronomia, una parte caratterizzata nella dimensione dello show. Eppure, nella storia dell’umanità, milioni e milioni di donne e uomini hanno lavorato in condizioni anche difficili per realizzare piatti straordinari con quel poco che offriva il loro territorio: per questo motivo continuare con questa logica invasiva di una gastronomia tutta spettacolo non fa giustizia a quello che è gastronomia e rischia di diventare addirituttura pornografia alimentare».

La gastronomia come scienza

Carlin Petrini spiega come la gastronomia sia invece una scienza multidisciplinare e complessa, con al suo interno una serie di relazioni e di materie, oltre che di argomenti che riguardano l’uomo nella sua totalità. «Nella gastronomia c’è la chimica e la fisica, perché quando io uso il fuoco e taglio gli alimenti devo averne conoscenza, e poi occorre che si sappia riconoscere dal punto di vista biologico quelle che sono le basi per un’alimentazione sana e corretta: anche il padre della medicina occidentale, Ippocrate, diceva che il cibo è medicina».

Il cibo è relazione

Il fondatore di Slow Food spiega in maniera dettagliata tutte le correlazioni legate al cibo di cui ci nutriamo, così come al modo di realizzarlo, di raffinarlo, di metterlo in tavola. «La gastronomia è storia, storia delle culture, ma anche antropologia, perché nel nutrimento del territorio si rispecchia la sua stessa identità, con la sua economia, la sua politica, la sua spiritualità».

Alimentazione e cambiamento climatico

Un sistema alimentare corrotto e tra i maggiori responsabili del cambiamento climatico: «Non dimentichiamo che buttiamo via cibo per il 38% di quello che produciamo, una percentuale che equivale alla lavorazione di 4,2 miliardi di ettari di terreno per produrre anche ciò che buttiamo via, oltre che l’utilizzo di una massa d’acqua impressionante».

La forza della Laudato si’

Strettissima, e inevitabile, la correlazione con gli effetti e le cause del cambiamento climatico, con l’ecologia integrale, con la biodiversità e con i tanti argomenti tratttati da papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’, «un messaggio forte che non ha avuto la potenza meritata, un documento interessante a livello mondiale, una sorta di enciclica sociale del 21esimo secolo, che dobbiamo raccogliere, credenti o non credenti, purchè siamo uniti nel cambiamento».

La mobilitazione dei giovani

Il riferimento va a Greta, la ragazzina svedese che in quest’ultimo anno ha scosso un pò le coscienze, smosso le istituzioni, sollevato il dibattito ambientale protestando per cambiare lo stato delle cose, «e con lei tantissimi giovani si sono mobilitati: un segnale di speranza straordinario, con ragazzi che praticano al contrario degli adulti stili di vita rispettosi della casa comune. Diminuiscono l’uso della plastica nelle scuole, vanno a pulire i fiumi, si rendono conto che quel poco che possono fare lo fanno: peccato che siamo stati noi ad aver perso tempo».

Il felice esperimento delle Comunità Laudato si’

Carlin rammenta ai presenti la recente esperienza del secondo Forum delle Comunità Laudato si’, esperimento messo in campo assieme alla Chiesa di Rieti. «Ho ricevuto l’invito del vescovo di Rieti di andare ad Amatrice, e insieme abbiamo fatto un ragionamento sulla ricostruzione, una ricostruzione di stampo ambientale: da questo è nata l’idea di recuperare una struttura del paese terremotato creando quella che si chiamerà Casa del Futuro».

Per metterla in pratica, «abbiamo ideato delle Comunità di credenti e non, che si pongano come obiettivo l’informazione e la conversione ecologica, e che le mettano in pratica sui loro territori e interagiscano con le persone. Queste Comunità possono diventare soggetti propulsivi, perchè quando la situazione tragica in cui viviamo inizia a creare sofferenza e disastri a livello planetario non ci si può certo aspettare che sia la politica a risolvere il problema se non iniziamo a cambiare noi!».
Si parla dunque di rivoluzione delle proprie abitudini personali, dei propri ritmi quotidiani, delle pratiche quotidiane che incidono negativamente sull’ambiente. Riduzione al consumo di plastica, ormai entrata nel ciclo alimentare, con la conseguenza delle patologie riguardanti la salute che continuano ad aumentare.

Una valanga di piccole azioni

«C’è un bellissimo passaggio della Laudato sì in cui il Papa dice di fare piccole azioni che moltiplicate diventeranno una valanga. Ecco, è arrivato il tempo di metterci insieme, ridurre lo spreco personale nelle proprie case, perchè solo cambiare queste piccole cose porterà, insieme, a realizzare un cambiamento globale».