Chiesa

Cardinal Bassetti al Meeting di Rimini: «È triste quel Paese che non sa dare speranza ai propri figli»

«Ho la netta sensazione che il nostro Paese non riesca minimamente a valorizzare i talenti, le capacità e le attitudini dei nostri giovani», ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana

«Ho la netta sensazione che il nostro Paese non riesca minimamente a valorizzare i talenti, le capacità e le attitudini dei nostri giovani. I giovani che io conosco – e che ho conosciuto in molti anni di sacerdozio – sono infatti giovani ricchi. Anzi, ricchissimi. Non di denaro ma di talenti. Nella maggioranza dei casi, però, questi talenti non vengono riconosciuti. Rimangono sepolti nel deserto o, forse dovrei dire, nella palude della nostra società».

Lo ha detto il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenendo oggi al 40° Meeting per l’amicizia i corso a Rimini. Parlando sul tema “Non fatevi rubare i sogni, sono il futuro”, il cardinale ha affermato che «in moltissimi casi ci troviamo di fronte a delle persone che vivono un profondo ‘non senso’ esistenziale perché non riescono ad intravedere il futuro. È triste quel Paese che non sa dare speranza ai propri figli! È triste quel Paese che non sa progettare il futuro, che non riesce a sanare le ferite della propria storia. In questi anni, ho incontrato e conosciuto moltissimi ragazzi che hanno voglia di mettersi in gioco, che hanno desiderio di mostrare le proprie capacità e di applicare quello che hanno studiato, ma hanno perso la speranza di trovare un ruolo e un posto in questa società avida e arida.  Hanno perso cioè speranza di trovare un lavoro degno che non sia fatto solo di precarietà e umiliazioni quotidiane».

«L’incremento costante dell’emigrazione dei giovani italiani all’estero è un fenomeno di cui si parla poco sui media” ha denunciato il cardinale che ha ravvisato “lo sviluppo progressivo di una società vecchia e immobile. Vecchia non solo per l’età quanto per lo spirito. Uno spirito di corporazione e conservazione che fa sopravvivere consorterie e oligarchie, amicizie e spirito di clan».

«Ai giovani e alle loro famiglie – ha concluso – oggi dico: ragazzi alziamoci, facciamolo insieme, senza paura, con coraggio e gioia pura. Perché, come ripete spesso Papa Francesco: ‘non lasciatevi rubare i sogni’; essi non sono pure evasioni, ma fondamento di un futuro tutto da creare con coraggio e con la forza dello Spirito».