Il card Menichelli al Giugno antoniano: le donne ci aiutino a spalancare le porte all’irrompere della novità di Dio

Nuova presenza cardinalizia al Giugno antoniano reatino: dopo il cardinale Sandri, a Rieti il giorno della festa liturgica del santo di Padova, a celebrare la Messa vespertina della Natività di san Giovanni Battista è giunto nella chiesa di San Francesco l’arcivescovo di Ancona, Edoardo Menichelli.

Accolto in episcopio da mons Domenico Pompili, il porporato ha raggiunto la chiesa francescana in riva al Velino per presiedere il pontificale – concelebrato con don Roberto D’Ammando, cappellano della Pia Unione S. Antonio, e don Davino, che in questi giorni attende alle confessioni – nella solennità dedicata al Precursore del Signore: l’unico santo, a parte Maria e a parte Gesù stesso, di cui la Chiesa celebri, oltre alla morte, anche la nascita.

L’arrivo di san Giovanni venne vissuto come un prodigio divino. Ma ognuno di noi è una meraviglia agli occhi di Dio, ha detto il cardinale nella sua omelia un po’ “provocatoria” come nel suo stile.

«Ognuno di noi, quando la mattina si alza e si guarda allo specchio, dovrebbe dire “io sono una meraviglia”!». E l’accoglienza del bambino da parte della famiglia di Zaccaria ed Elisabetta secondo la narrazione evangelica di Luca ci sta a insegnare un’altra cosa, è stata l’altra “tagliente” sottolineatura di Menichelli: il particolare per cui Elisabetta, in rottura con la tradizione familiare, impone un nome, Giovanni, e l’ancora muto Zaccaria scrive di approvare tale scelta, ci spinge a valutare il ruolo della donna, capace di dare un senso nuovo alle cose e di spalancare le porte all’irrompere della novità di Dio.

A chiusura dell’omelia, l’arcivescovo ha lanciato un appello proprio alle donne, perché, è stata la sua graffiante battuta finale, aiutino gli uomini che spesso «non capiscono niente».

foto di Massimo Renzi