A Capradosso per ricordare il vescovo francescano Terzi

Un paio di settimane prima di entrare in questo “ottobre francescano” in programma, l’occasione per ricordare un grande protagonista della spiritualità serafica e un grande studioso del francescanesimo è stato il pomeriggio svoltosi domenica scorsa in quel di Capradosso.

A firma del Comune di Petrella Salto, di cui il paesino del Cicolano è frazione, di concerto con la locale parrocchia, si è tenuta la commemorazione di monsignor Cristoforo Arduino Terzi, che a Capradosso nacque il 29 settembre 1884 e a cui si è voluto intitolare la piazzetta a lato della chiesa parrocchiale di S. Andrea. Lo scoprimento della targa nella piazza che porta ora il nome del vescovo francescano Terzi ha seguito l’incontro svoltosi nella bellissima cornice della chiesa di S. Maria, un gioiello d’arte recuperato negli anni scorsi che conserva anche un bel quadro della Madonna dono dell’illustre compaesano.

A fare gli onori di casa, il parroco don Felice Battistini, che ha recato anche il saluto del vescovo Pompili impossibilato a partecipare, prima di dare la parola al sindaco Gaetano Micaloni che ha introdotto il pomeriggio di studi salutando gli intervenuti e le autorità (tra cui il sindaco di Rieti Petrangeli, il vice presidente della Provincia Antonacci, l’assessore regionale Refrigeri e il prefetto Crudo, che hanno rivolto il saluto; a portare la loro testimonianza di persone che hanno conosciuto il Terzi, anche don Daniele Muzi e madre Margherita Pascalizi).

Gli interventi dedicati a ricordare il frate nativo di Capradosso che nel 1934 Pio XI elesse vescovo di Massa e Carrara sono stati di suor Giulia Maurizi e monsignor Lorenzo Chiarinelli. Da parte della religiosa francescana, un excursus biografico di Arduino Terzi che fu provinciale dei Minori dal 1922 al 1928 e in seguito guidò la diocesi dell’alta Toscana, rinominata poi Apuania, negli anni difficili della guerra; poi la sua rinuncia alla diocesi nel 1945 e il ritorno alla semplice vita francescana, non senza la partecipazione entusiasta ai lavori del Vaticano II e l’impegno per i santuari della sua Valle Santa: suo merito la realizzazione delle strade per Greccio e Fonte Colombo, e poi gli studi sulla presenza di san Francesco in terra reatina, l’amore per il santuario della Foresta dove visse gli ultimi anni e morì, per essere quindi sepolto a Fonte Colombo.

Da parte di Chiarinelli, il richiamo soprattutto all’indefesso ministero episcopale del Terzi, grazie alla documentazione fornitagli dal vescovo di Massa Carrara–Pontremoli, rievocando i suoi vani sforzi di evitare la deportazione della popolazione di Massa da parte dei tedeschi e l’opera di pacificazione degli animi nella confusa situazione dell’Italia divisa tra alleati, nazisti e repubblichini.