Caffè Teologico: il male (e il bene) necessario

Il quarto appuntamento con il caffè teologico è stato incentrato sulla figura di Satana. Il tema è vasto. All’inizio si è cercato di negarne il potere sul mondo. Ma a che serve un diavolo che se ne sta buono in un angolo? Allora si è passati a definire la sua “casa”. Distanza da Dio, questo è l’inferno, non in senso fisico ma spirituale. Però può un Dio buono farci soffrire? E poi non sarà mica che soffre anche lui? E cosi il discorso è caduto sul perché del Male, se il male è necessario, soprattutto dopo la resurrezione di Cristo.

Senza fermarsi però alle prime difficoltà si sono cercate risposte nuove. Forse anche Dio è sottoposto a qualche necessità? Questo risolverebbe il problema del male ma sembra che l’unica necessità per Lui sia l’amore, il Bene necessario potremmo dire. L’amore per i nemici, che è caratteristica peculiare del cristianesimo, è simbolo dell’obbligo per Dio di amare le sue creature. Ma allora perché dargli la possibilità di fare (e farsi) del male? In una parola: la libertà? Perché le ha fatte a sua immagine e somiglianza, non come burattini dal sorriso disegnato. E ancora: perché l’Essere perfetto dovrebbe creare? Ne ha bisogno forse? Magari è insito nella stessa natura divina, relazionale, dare vita e libertà ad altri esseri…

Chiaramente sono domande difficili. Contraddizioni profonde ma non per questo irraggiungibili. In fondo sono veramente importanti proprio le questioni senza soluzioni banali. E poi le argomentazioni non sono state mai del tutto astratte con esempi e metafore (culinarie…), che rendono accessibile anche il concetto più arduo. Nessuno è tornato a casa senza dubbi, ma credo nessuno alla fine aveva gli stessi dubbi dell’inizio. E questo è già un primo passo.