Botteghe di mestiere: proposte di assunzione per 9 ragazzi

Dopo sei mesi trascorsi in “bottega” arrivano per i 9 ragazze e ragazzi coinvolti nel progetto, le prime proposte e, per la più fortunata, un’assunzione. La notizia è arrivata durante la consegna degli attestati presso la Camera di Commercio. La Bottega di mestiere “Il Dolce Centro Italia” è stata la prima avviata in provincia di Rieti, coinvolgendo sei aziende locali e, appunto, nove giovani che hanno imparato, per altro con grande impegno e passione, il mestiere di pasticcere e gelataio.

Matteo Ricciardi, Michela Luciani, Matteo Discepoli, Susanna Adami, Giulia Melchiorri, Andrea Annibaldi, Danilo Rossi, Matteo Perna e Maria Pascucci si tirocinanti che hanno ricevuto il riconoscimento al loro lavoro.

«L’avvio della bottega di mestiere – come spiega Valentina Colarieti Tosti, tutor organizzativo della bottega di mestiere – si deve a Confcommercio Imprese Rieti che ha coordinato le imprese per la presentazione del progetto in risposta all’Avviso pubblico dell’Area Occupazione e Sviluppo di Italia Lavoro (Programma AMVA), contando sulla collaborazione della Provincia attraverso i Centri per l’Impiego di Rieti e Poggio Mirteto, e del Comune di Rieti (attraverso l’Informagiovani) che hanno promosso l’opportunità tra i giovani aspiranti, oltre che dell’Istituto Alberghiero Costaggini di Rieti».

Quali sono le aziende che hanno seguito ed formato i giovani tirocinanti?

«La Pasticceria dei Fratelli Napoleone, la Pasticceria Fiori, il Panificio Sabino di Marino Flammini, Sant’Agnese e Antico Forno di Sorgi e il Panificio La Spiga di Montopoli di Sabina».

Gli attestati e le offerte di lavoro arrivate ad alcuni dei giovani partecipanti alle Botteghe sono un segno evidente che la scommessa è stata vinta.

«Nel corso della cerimonia sono state le stesse istituzioni a sottolineare come, la bottega di mestiere, sia un validissimo strumento per motivare i giovani soprattutto in un periodo come questo dove le opportunità occupazionali sono poche. E in più è stato rimarcato come diffondere l’artigianalità anche tra i più giovani è un primo passo verso quello che potrebbe diventare, a tutti gli effetti, un vero e proprio lavoro».

Quindi le nuove generazioni imparano il lavoro artigianale e allo stesso tempo trovano anche lavoro.

«In molti casi è così. Per prima cosa le “Botteghe di Mestiere” hanno permesso a questi giovani reatini, di imparare un mestiere e specializzarsi in uno dei principali comparti del Made in Italy e anche di vedere aperte strade lavorative che, di questi tempi, è certamente una cosa positiva. Non va sottovalutato inoltre che questo tipo di apprendistato segna un passaggio generazionale di competenze che permettono il tramandarsi di saperi e mestieri che altrimenti sarebbero, spesso, dimenticati».

Alle Botteghe di Mestiere va anche il merito di tramandare e conservare i mestieri artigianali.

«Tutto ciò non va sottovalutato e non possiamo ignorare che quando parliamo di modernizzazione del mercato del lavoro dobbiamo necessariamente sapere che questa passa anche attraverso l’investimento nel talento e della conoscenza che solo lavori artigianali possono dare».

Si corre tanto verso il futuro e la tecnologia eppure sono in molti a riscoprire la manualità e l’artigianato.

«Perché possono tornare ad essere il fulcro centrale per una nuova forma di occupazione e quest’idea è condivisa da chi ogni giorno vive la vita economica del Paese e della nostra piccola realtà. Dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni la convinzione che molte e decisamente valide sono le virtù del lavoro artigianale che per anni è stato il fulcro vitale della nostra economia e che rischia di scomparire».

Oggi però, come hai detto, l’artigianato torna a ricoprire un ruolo primario.

«Quelli che sino ad oggi rischiavano di scomparire, oggi tornano ad essere mestieri ricercati perché possono diventare un’alternativa al nulla che ci propone questo momento di crisi. E qui entrano in gioco anche le “Botteghe di Mestiere” come riscoperta, da parte dei giovani, dei mestieri manuali».

Si parla già di nuove Botteghe. Cosa diresti ai giovani per invogliarli ad iscriversi?

«Che è comunque un’opportunità da giocarsi. Perché può nascere una nuova imprenditoria e, in più, si può avere un inserimento nel mondo del lavoro grazie alla combinazione di tirocinio e apprendistato che è il fine ultimo delle Botteghe. Le nuove generazioni avranno una change in più per costruirsi un futuro».