Bilanci all’osso: ci vorrebbe un Comune imprenditore

In Comune è tempo di bilanci. Si è discusso in Consiglio del consuntivo 2013 e del preventivo 2014. «La situazione dei Comuni italiani è disastrosa» aveva sottolineato preventivamente il sindaco Petrangeli, aggiungendo che «la nostra è compromessa dalla gestione irresponsabile di chi ci ha preceduto».

Un punto fermo, questo, sin dall’inizio della consiliatura. Ma in attesa che la Corte dei Conti accerti «le responsabilità di chi ha portato il Comune sull’orlo del dissesto» bisogna comunque guardare avanti e decidere da che parte andare.

E da questo punto di vista sembra che il sindaco faccia qualche concessione all’ottimismo: «il conto consuntivo approvato oggi in Consiglio comunale porta all’Amministrazione un avanzo di 3,3 milioni di euro e dunque superiore alla previsione di 2,5 milioni iscritta nel Piano di rientro approvato dalla Corte dei Conti». E anche le previsioni per il 2014, assicura il primo cittadino, «vanno nel solco degli impegni presi per risanare il Comune e ci permetteranno comunque di invertire la rotta: abbiamo previsto l’esenzione dai tributi locali per le fasce meno abbienti e abbiamo agevolato le imprese diminuendo la Tasi per gli immobili a uso produttivo».

«Anche se la strada è ancora lunga e tortuosa – conclude Petrangeli – stiamo riuscendo nell’impresa di coniugare il risanamento dei conti con la garanzia di servizi efficienti e con l’ambizione di avviare il rilancio dell’economia locale». Che è un po’ come dire: «Non saranno proprio i risultati promessi dell’ambizioso programma elettorale delle origini, ma data la situazione ci si può contentare».

Il ragionamento può pure filare. Ma se dovessimo giudicare d’istinto non scommetteremmo di certo su chissà quale rilancio. Ci perdonerete la mancanza di fiducia, ma al momento, per finanziare se stesso e i servizi da erogare ai cittadini, il Comune sembra disporre di due sole entrate: i trasferimenti dallo Stato e le tasse dirette ai cittadini.

Negli anni della Spending Review, non si può certo contare sulla prima opzione. Non c’è motivo di sperare nell’arrivo di politiche anticicliche di tipo keynesiano. Nonostante siano sottoposte ad alcune timide pressioni, le teste d’uovo di Bruxelles non sembrano sul punto di lasciar aprire i cordoni delle borse.

D’altra parte, anche la riscossione dei tributi sembra essere già arrivata al limite, e non solo perché le tariffe sono già al massimo. C’è anche da tener presente che le tasse sono progressive e i redditi dei reatini sono in caduta libera. Piuttosto ci sarebbe da intervenire sull’evasione. Sarebbe un’azione sacrosanta, ma l’esperienza ci invita a non farci troppo affidamento. Nel nostro Paese, infatti, sembra che recuperare l’ammanco sia più difficile che mandare l’uomo sulla Luna.

E se le cose stanno così, l’Amministrazione si ritrova inevitabilmente a gestire una coperta troppo corta. Ci sia o meno il risanamento, a qualcuno toccherà prendere freddo ai piedi. E probabilmente – al netto delle esenzioni – saranno ancora molti di quelli che han dovuto tirare la cinghia per garantire un po’ d’avanzo al Comune.

A meno che non si cominci ad immaginare altre strade. Perché, ad esempio, nel guardare all’economia pubblica si pensa sempre a come risparmiare i soldi e mai a come produrne? Il Comune non potrebbe fare impresa, diventare esso stesso attore economico? Non potrebbe impegnarsi “in prima persona” nei settori strategici per rilanciare l’occupazione e spendere gli utili in servizi?

A giudicare dai più recenti indirizzi attorno ad Asm e Sogea, questo tipo di impegno non sembra essere all’ordine del giorno. Eppure l’abbiamo sentito fino allo sfinimento: acqua, agricoltura, energia, rifiuti e turismo sono tutti settori che nel nostro territorio hanno grandi potenzialità.

Un Comune-imprenditore non potrebbe fare da traino anche per il settore privato? Giocando le carte giuste potrebbe avere un’autentica funzione d’indirizzo.

Abbassare la Tasi per gli immobili a uso produttivo è senz’altro utile ed ha certamente richiesto uno sforzo. Ma nessuno si offenda se la soluzione ci sembra assai poco audace.