Benedetto XVI: superare le divisioni

Ricordata all’Angelus di oggi la responsabilità dei cristiani per l’unità della Chiesa e per la pace.

Quello delle nozze di Cana è “l’inizio dei segni”, cioè “il primo miracolo compiuto da Gesù, con il quale Egli manifestò in pubblico la sua gloria, suscitando la fede dei suoi discepoli”. Lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus, con i fedeli di tutto il mondo giunti a piazza San Pietro.

La Nuova Alleanza.

L’episodio delle nozze di Cana, narrato da Giovanni, testimone oculare del fatto, “è stato collocato in questa domenica che segue immediatamente il tempo di Natale perché, insieme con la visita dei Magi d’oriente e con il Battesimo di Gesù, forma la trilogia dell’epifania, cioè della manifestazione di Cristo”, ha spiegato il Papa, che ha richiamato brevemente ciò che accadde durante quella festa di nozze a Cana di Galilea. “Accadde – ha raccontato il Pontefice – che venne a mancare il vino, e Maria, la Madre di Gesù, lo fece notare a suo Figlio. Egli le rispose che non era ancora giunta la sua ora; ma poi seguì la sollecitazione di Maria e, fatte riempire d’acqua sei grandi anfore, trasformò l’acqua in vino, un vino eccellente, migliore del precedente”. Con questo “segno”, ha sottolineato il Santo Padre, “Gesù si rivela come lo Sposo messianico, venuto a stabilire con il suo popolo la nuova ed eterna Alleanza”. E il vino “è simbolo di questa gioia dell’amore”; ma esso allude anche “al sangue, che Gesù verserà alla fine, per sigillare il suo patto nuziale con l’umanità”.

Una delle colpe più gravi.

“La Chiesa – ha osservato Benedetto XVI – è la sposa di Cristo, il quale la rende santa e bella con la sua grazia”. Tuttavia “questa sposa, formata da esseri umani, è sempre bisognosa di purificazione”. Per il Papa, “una delle colpe più gravi che deturpano il volto della Chiesa è quella contro la sua unità visibile, in particolare le storiche divisioni che hanno separato i cristiani e che non sono state ancora del tutto superate”. Proprio in questi giorni, dal 18 al 25 gennaio, si svolge l’annuale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, “un momento – ha sostenuto il Pontefice – sempre gradito ai credenti e alle comunità, che risveglia in tutti il desiderio e l’impegno spirituale per la piena comunione”. In tal senso, ha aggiunto, “è stata molto significativa la veglia che ho celebrato circa un mese fa, in questa Piazza, con migliaia di giovani di tutta Europa e con la comunità ecumenica di Taizé: un momento di grazia in cui abbiamo sperimentato la bellezza di formare una cosa sola in Cristo”. Di qui l’incoraggiamento, rivolto a tutti, “a pregare insieme affinché possiamo realizzare ‘Quello che esige il Signore da noi’, come dice quest’anno il tema della Settimana; un tema proposto da alcune comunità cristiane dell’India, che invitano a camminare con decisione verso l’unità visibile tra tutti i cristiani e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione”. Venerdì prossimo, al termine di queste giornate di preghiera, il Santo Padre presiederà i Vespri nella basilica di San Paolo fuori le mura, alla presenza dei rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali.

Appello per la pace.

“Alla preghiera per l’unità dei cristiani – ha precisato Benedetto XVI – vorrei aggiungere ancora una volta quella per la pace, perché, nei diversi conflitti purtroppo in atto, cessino le stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato”. Per entrambe queste intenzioni, il Papa ha invocato “l’intercessione di Maria Santissima, mediatrice di grazia”.

Preghiera per l’unità.

Anche nei saluti in varie lingue, il Pontefice ha rinnovato a più riprese l’invito a pregare in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “Domandiamo a Dio – ha affermato in francese – il dono dell’unità per la quale Gesù stesso ha pregato. Concretamente impegniamoci ad amare l’un l’altro in modo che il mondo creda. Che il Signore ci ottenga, specialmente in questo Anno della Fede, la conversione del cuore e dello spirito affinché la comunione tra tutti i battezzati diventi effettiva”. In inglese ha esortato: “Uniamo le nostre preghiere a quelle dei nostri fratelli e sorelle di tutte le Chiese e comunità, per lavorare sempre di più insieme per l’unità visibile in Gesù Cristo”. In polacco, il Santo Padre ha dichiarato: “La nostra risposta sia la preghiera, il sincero dialogo ecumenico, la ricerca della verità, i gesti di reciproca intesa e di riconciliazione. Lo Spirito Santo ci unisca nella comune professione della fede e faccia che ‘tutti siamo una cosa sola’”. “Benedico di cuore le vostre aspirazioni ecumeniche”, ha concluso.