«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia»

È il 15 agosto 2015, il giorno dedicato all’Assunzione della Beata Vergine Maria al cielo, quando Papa Francesco invia il messaggio per la GMG internazionale del 2016 di Cracovia, nella terra del grande Papa polacco, san Giovanni Paolo II. Si tratta del XXXI appuntamento mondiale e il tema scelto conclude la riflessione sul “Discorso della montagna” di Gesù, iniziata nel 2014 con “i poveri in spirito”, proseguita nel 2015 con “i puri di cuore”, per arrivare a “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Il Papa sceglie il tema della misericordia per la GMG del 2016 e in tal modo “(…) la GMG di Cracovia 2016 si inserisce nell’Anno Santo della Misericordia, diventando un vero e proprio Giubileo dei Giovani a livello mondiale.” Già nel 1984 e nel 2000 i giovani celebrarono il loro raduno mondiale in occasione di un anno giubilare ed è quindi la terza volta che questi due eventi coincidono. Papa Francesco ricorda già dalle prime righe del messaggio il significato e il senso del Giubileo per la Chiesa perché essa è “(…) è chiamata ad offrire in abbondanza segni della presenza e della vicinanza di Dio, a risvegliare nei cuori la capacità di guardare all’essenziale. In particolare, questo Anno Santo della Misericordia «è il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere strumento della misericordia del Padre». La fedeltà all’Alleanza, l’amore e il perdono di Dio verso il suo popolo, sono i richiami che vengono espressi nel testo per ricordare ai giovani che il rapporto che il Creatore ha con l’uomo, è ancora più forte di e quello che ha una madre per il suo bambino, un legame viscerale che implica fare spazio all’altro dentro di sé “(…) sentire, patire e gioire con il prossimo”. Sono questi i primi passi di una riflessione che il Pontefice esprime per far comprendere il senso profondo dell’essere misericordiosi, così come lo è Dio, come lo è stato Gesù quando si è piegato sulla miseria umana, dimostrando compassione e comprensione, guarigione e perdono: “Tutto in Gesù parla di misericordia. Anzi, Egli stesso è la misericordia”. Le tre parabole della misericordia riportate al capitolo 15 del Vangelo di Luca, sono al centro del messaggio di Papa Francesco (la pecora perduta, la dramma smarrita, il figlio prodigo) perché in esse c’è “(…) la sintesi di tutto il Vangelo. «Ognuno di noi è quella pecora smarrita, quella moneta perduta; ognuno di noi è quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi, miraggi di felicità, e ha perso tutto. Ma Dio non ci dimentica, il Padre non ci abbandona mai”. Il Papa, quasi volesse annullare le distanze con i giovani, riporta nel messaggio alcuni episodi della sua vita personale affinché essi possano capire la misericordia di Dio che si rileva nel sacramento della Riconciliazione: “Quell’incontro mi ha cambiato la vita! Ho scoperto che quando apriamo il cuore con umiltà e trasparenza, possiamo contemplare in modo molto concreto la misericordia di Dio”. È però nella croce che possiamo davvero toccare la misericordia di Dio, non solo per quello che realmente rappresenta, ma anche perché legata ad uno degli ultimi gesti di misericordia di Gesù prima della sua morte terrena, quando riconosce il bisogno di misericordia nello sguardo del ladrone crocifisso accanto a lui. Papa Francesco invita così tutti i giovani a cercare la misericordia di Dio ma anche ad essere essi stessi strumenti di misericordia: “(…) saremo veramente beati, felici, soltanto se entreremo nella logica divina del dono, dell’amore gratuito, se scopriremo che Dio ci ha amati infinitamente per renderci capaci di amare come Lui, senza misura. (…) Dopo avervi spiegato in modo molto riassuntivo come il Signore esercita la sua misericordia nei nostri confronti, vorrei suggerirvi come concretamente possiamo essere strumenti di questa stessa misericordia verso il nostro prossimo”. È Piergiorgio Frassati il giovane che il Pontefice indica ai giovani come un possibile esempio con il quale confrontarsi, un giovane dal cuore misericordioso che ai poveri dava “(…) molto più che cose materiali; dava sé stesso, spendeva tempo, parole, capacità di ascolto. Serviva i poveri con grande discrezione, non mettendosi mai in mostra”. E infine un invito: “A voi giovani, che siete molto concreti, vorrei proporre per i primi sette mesi del 2016 di scegliere un’opera di misericordia corporale e una spirituale da mettere in pratica ogni mese. Fatevi ispirare dalla preghiera di santa Faustina, umile apostola della Divina Misericordia nei nostri tempi”.