Azione Cattolica: reatini a Roma in assemblea

Ripartono carichi della forte esortazione del Papa a rivitalizzare la comunità cristiana e a farsi testimoni gioiosi del Vangelo, i delegati dell’Azione Cattolica reatina, così come quelli di tutt’Italia, che hanno concluso la XV assemblea nazionale con l’udienza che ha segnato il primo incontro del Pontefice italo–argentino con la famiglia associativa riunita al completo.

Per l’occasione, ai delegati partecipanti ai lavori assembleari si sono aggiunti i rappresentanti delle associazioni parrocchiali, appositamente giunti a Roma per partecipare all’evento in Vaticano. Nell’aula Paolo VI è così arrivato anche da Rieti il gruppetto di presidenti parrocchiali (o loro rappresentanti) che si è unito agli altri reatini già presenti dai giorni precedenti: la presidente Silvia Di Donna e le altre due delegate designate dal consiglio diocesano, Agnese Lorenzi (per i Giovani) e Ilaria Matocci (per l’Acr); in qualità di uditore, ha seguito i lavori assembleari anche l’assistente dell’Acr e dei giovanissimi don Roberto D’Ammando, e in alcuni momenti sono stati presenti anche l’assistente unitario don Zdenek Kopriva e la consigliera Giovanna Ruggeri, oltre a Nazareno Boncompagni per la stampa.

Inoltre nel gruppetto dei ragazzi dell’Acr, che anche stavolta ha portato nell’assemblea la voce dei più piccoli dell’associazione, c’era un acierrino reatino, Niccolò Macrì della parrocchia S. Giovanni Battista. Le giornate
assembleari, con la relazione del presidente nazionale uscente Franco Miano, il dibattito, i lavori di gruppo e la votazione del documento, oltre all’elezione del nuovo consiglio nazionale, sono culminate nell’udienza
pontificia e precedute dalla veglia di preghiera che, alla vigilia della ricorrenza del primo maggio, ha voluto porre nel cuore dei partecipanti la condivisione con le problematiche sociali e le fragilità del lavoro.

Ed è stato significativo, commenta la presidente Di Donna, avviare l’assemblea «con una veglia dedicata alla speranza nella precarietà»: un modo per ricordare come «in una crisi economica che massacra i più deboli non possiamo non assumerci le nostre responsabilità come comunità cristiana e impegnarci per un’economia che dia spazio alla gratuità e raccogliere con slancio l’invito di papa Francesco ad ”uscire” e attuare la vita buona del vangelo, consapevoli che andare incontro alle persone senza stancarsi di farlo come lui ci chiede lo possiamo in virtù della nostra fede».

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