Azione Cattolica: partire dalle parrocchie per “abitare“ la Chiesa

La riflessione sulla situazione presente e sulle prospettive future dell’Azione Cattolica, condotte insieme al vescovo, come momento di rilancio del ruolo e delle attività dell’associazione sul territorio diocesano

Si è svolto lo scorso venerdì in vescovado il consiglio diocesano dell’Azione Cattolica. Una riunione allargata ai presidenti delle associazioni territoriali di base e alla presenza del vescovo Domenico per condividere un momento di preghiera e per discutere sugli orientamenti associativi del triennio, presentare le attività dei settori e approvare il calendario associativo 2017/18.

Dopo la preghiera e il momento conviviale, la presidente Silvia Di Donna ha introdotto la seduta richiamando alcuni punti del percorso associativo in riferimento agli orientamenti dell’Ac per il triennio, soffermandosi in particolare sull’«importanza della relazione» e sull’idea di «un apostolato organizzato in quanto “popolo”» che costituiscono l’essenza della scelta associativa, insieme all’impegno di «far nuove tutte le cose» indicato dal presidente nazionale Matteo Truffelli. In conclusione, la presidente ha sottolineato il valore dell’«uscire» richiamato dal brano evangelico guida, Vi precede in Galilea, da leggere nella “logica” dello Spirito Santo.

Un tema ripreso anche dal vescovo nel suo breve spunto di riflessione legato a tale brano biblico. Mons Pompili ha evidenziato l’importanza del verbo “precedere”, per cui, sottolinea il vescovo, «ciò che deve spingere a scommettere sulla scelta educativa dell’Azione Cattolica è che il Signore ci precede. E ci precede non in Giudea, la terra della sicurezza e della tradizione “regolare”, ma in Galilea, nella “Galilea delle genti”, terra di confine, dove si incontrano culture diverse, religiosità equivoche: esattamente la situazione che viviamo oggi nel doverci confrontare con le varie alterità e continue novità»: un invito a camminare e operare con coraggio sapendo «che il Maestro ci precede sempre!».

La parola è quindi passata ai consiglieri dell’Acr, del Settore Giovani e del Settore Adulti, che, oltre a presentare i rispettivi impegni per l’anno in corso, si sono soffermati su criticità, aspettative e questioni aperte. Dall’Acr sono giunte idee legate ai nuovi percorsi per le famiglie, insieme all’ipotesi di una Festa degli incontri da svolgere coinvolgendo i ragazzi di Amatrice. Al centro del discorso anche l’impegno per la formazione di nuovi educatori, studiando formule nuove per lanciare un’apposita scuola associativa.

Da parte sua, il Settore giovanile ha evidenziato le difficoltà di un territorio poco favorevole alla gioventù e l’importanza – sperimentata nelle positive esperienze estive di interazione con la diocesi di Milano e con quella di Savona – di aprirsi ad altre realtà. Tra le proposte, l’impegno di valorizzare ulteriormente il “Progetto Illica e Terracino” che l’Ac diocesana sta promuovendo per il sostegno alla ripresa economica delle zone terremotate. Un progetto caro anche al Settore degli adulti, i cui responsabili hanno introdotto a una prossima iniziativa.

Approvato il calendario degli impegni associativi, i presidenti delle associazioni territoriali di base hanno relazionato sulle rispettive realtà. Silvia Caprioli ha poi introdotto al “Progetto famiglie”, di cui è referente: un’iniziativa, condotta in sinergia con la Pastorale familiare diocesana, indirizzata alle parrocchie in cui è presente Azione Cattolica e che vedrà un primo appuntamento in un prossimo fine settimana a Borgo San Pietro.

La riunione si è conclusa con l’esortazione del vescovo a impegnarsi in modo primario sul livello parrocchiale, un orizzonte che resta il luogo quotidiano in cui l’Ac sposa il cammino della Chiesa “qui e ora”. Un invito ad “abitare” (uno dei tre verbi chiave del percorso associativo triennale) il territorio in cui concretamente si vive, sul quale si sviluppano i problemi, ma dove si devono anche individuare le risorse per risolverli.