«Avvenire»: “Attenzione agli ultimi e al mondo”

Marco Tarquinio spiega il successo del quotidiano, settimo per diffusione in Italia

“È una formula informativa che funziona. L’attenzione agli ultimi, al mondo e all’informazione religiosa. Privilegiamo aspetti che non hanno cittadinanza mediatica. Abbiamo tutto quello che hanno gli altri giornali ma, in più, scriviamo di cose che gli altri non considerano”. Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, commenta i dati di diffusione del quotidiano. In base ai numeri certificati forniti da Ads, nell’ultimo mese del 2014 la diffusione media, cartacea più digitale, ha toccato quota 117.969 copie, in crescita dello 0,5% rispetto a novembre. Guardando al totale progressivo annuo, “Avvenire” si conferma il settimo quotidiano italiano (esclusi quelli sportivi). Il “Corriere della Sera” resta il primo per diffusione (cartacea più digitale) con 393.792 copie, in calo, però, rispetto al mese di novembre, in cui aveva toccato quota 407.052. Al secondo posto “la Repubblica” con 356.260 copie, in crescita dello 0,6% rispetto alle 354.272 certificate il mese precedente. “La Stampa” stabile al terzo posto con 220.627 copie diffuse.

“Siamo un giornale che parla a un mondo di riferimento particolarmente saldo. E lo fa con una modalità che si distacca dal coro della stampa”, spiega Tarquinio, che individua alcune chiavi del successo: “L’attenzione agli ultimi non di maniera o episodica. L’interesse agli avvenimenti del mondo, che deriva dalla nostra ispirazione cattolica ed è sistematico, profondo e alternativo rispetto alla lettura imperiale. C’è poi lo sterminato campo dell’informazione religiosa che ‘Avvenire’ coltiva spesso in solitudine, con una profondità e un rispetto per la verità delle cose che altri non conoscono”.

Anche il tempo di lettura del quotidiano è uno dei più alti in Italia: “I nostri lettori hanno un tempo di lettura due volte e mezzo superiore alla media dei quotidiani italiani, arrivando ai 50 minuti. Un comportamento che si sta trasferendo anche all’informazione online”. Significativo, a riguardo, è l’apporto in termini di crescita percentuale delle copie digitali. “Crescono anche i contatti al sito www.avvenire.it, dove riproponiamo alcuni articoli del giornale in edicola ed elaboriamo contenuti autonomi. È un luogo crossmediale che consente sinergie interessanti con gli altri media Cei”, sottolinea Tarquinio. L’abbonato all’edizione cartacea di “Avvenire” è automaticamente abbonato anche alla versione digitale: “La crescita è stata importante e, nel 2014, gli utenti digitali sono quadruplicati”. Dunque, quello che si è da poco concluso è stato “un anno buono” per il quotidiano, sebbene persistano “le difficoltà di un sistema editoriale che non si è riformato e sta potando le risorse ai giornali del territorio, mettendo in difficoltà anche tanti settimanali cattolici”.

Infine, un pensiero a Papa Francesco che ha “una marcia in più per quanti fanno informazione”: “È una miniera inesauribile di proposte e idee, accenti nuovi su parole antiche come quelle del Vangelo. E poi non dimentichiamo che è uno straordinario titolista, che ci aiuta nel lavoro”.

Riccardo Benotti