Author: David Fabrizi

About David Fabrizi

Nato a Rieti nel 1974 è grafico e fotografo.

Rieti e l’auto: una politica sbagliata

Nel corso di un secolo, da simbolo di libertà, velocità e progresso, l’automobile è diventata una nuova schiavitù: il traffico ormai domina la vita urbana, occupa gli spazi vitali, condiziona le abitudini, sottrae luoghi alla socialità. Pare incredibile che in un piccolo centro di stampo medioevale come Rieti la situazione del traffico abbia raggiunto un reale livello di insostenibilità. Eppure oggi sarebbe necessario un cambiamento … Continua a leggere Rieti e l’auto: una politica sbagliata »

L’urne de’ forti

I referendum sono promossi e contestati, esaltati e ridicolizzati, discussi ma tenuti al margine del dibattito, costosi ma svuotati di senso. Il principale strumento di democrazia diretta è tirato da tutte le parti perché è ancora un fattore decisivo. Quella che si presenta il 12 giugno è una grande opportunità. Sarà il momento per capire quale è il pensiero degli italiani sulle cose che contano … Continua a leggere L’urne de’ forti »

Uno spettacolo fuori tempo massimo

Venerdì 13 maggio la Mille Miglia è passata a Rieti. Viene da domandarsi se è proprio necessario guardar sfilare ogni anno questa successione di reperti ben tenuti nella nostra città. Non lo diciamo per i disagi al traffico: Rieti già assomiglia ad una disordinata distesa di parcheggi, la circolazione è già irritata e affannosa. La rombante traversata non è certo un problema: peggiora le cose … Continua a leggere Uno spettacolo fuori tempo massimo »

Un retrogusto amaro

Venerdì 6 maggio erano tante le persone scese in piazza per aderire allo sciopero generale proclamato dalla CGIL in contrapposizione alla politica economica del Governo, alle sue strategie per lavoro, fisco e impresa. Tante persone, ma il successo dell’iniziativa è tutto da verificare. Non per i numeri (pure contestati da qualcuno), ma per l’atmosfera. Nonostante i canti, le proteste e il coinvolgimento sincero, la manifestazione nel … Continua a leggere Un retrogusto amaro »

Ritorno al futuro?

Il peso di questo tempo incerto grava sempre di più sui giovani. Sarebbe un vantaggio per tutti se fossero loro messi a disposizione strumenti culturali, normativi e politici per poter far fronte al mondo che cambia. Il tema del precariato nel lavoro è da diverso tempo escluso dal dibattito pubblico. È finito nel dimenticatoio della politica, del mondo della cultura e dei media. Le diverse … Continua a leggere Ritorno al futuro? »

Il posto della bicicletta…

Egregio Comandante Aragona, le scrivo dopo aver letto l’intervista che ha recentemente concesso a «Frontiera». Seguo con interesse gli sforzi che vengono fatti per diminuire il traffico all’interno del centro storico e per rendere più razionale la circolazione delle automobili. Spero che le nuove soluzioni di cui si parla nell’intervista diano buon frutto. Anche il discorso sulla generale necessità di rispettare le regole della strada … Continua a leggere Il posto della bicicletta… »

Un punto di vista particolare

Le Misericordie di Antrodoco e Rieti, durante la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II, sono state al fianco dei pellegrini svolgendo un apprezzato ruolo di sostegno sanitario Raduni come quello di Piazza San Pietro dello scorso primo maggio, rendono necessaria la disposizione di un articolato sistema di assistenza e conforto ai partecipanti. I volontari della Confraternita di Misericordia di Antrodoco e di quella di … Continua a leggere Un punto di vista particolare »

Luci dai secoli bui: la cultura reatina ha gambe proprie

Seconda edizione per la rievocazione storica della canonizzazione di San Domenico. Una organizzazione tutta locale per un evento apprezzato, aperto ed in espansione. Il suono cadenzato di tamburi in sincrono che dalla chiesa di San Francesco sale via Roma alla volta di piazza Cesare Battisti; una lunga fila di candelabri, uniche luci per segnare il percorso verso l’ingresso della cattedrale; un lungo corteo composto di musici, … Continua a leggere Luci dai secoli bui: la cultura reatina ha gambe proprie »