Asl, Figorilli: «Irricevibile la nota di diffida dei sindacati»

È da ritenersi incomprensibile e per questo irricevibile, la nota di diffida firmata dalle organizzazioni sindacali,  in merito ad una presunta riorganizzazione della UOC Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’ Urgenza. Come evidenziato in un precedente comunicato, inviato proprio per fare chiarezza sull’istruzione operativa emessa dalla Direzione Sanitaria del presidio ospedaliero del de’ Lellis, i 10 posti di Osservazione Breve Intensiva sono attivi dallo scorso mese di maggio.

A questi si aggiungono 2 posti letto di Medicina d’urgenza (12 intutto) così da garantire l’attività del reparto a pieno regime, anche in vista del periodo estivo. Sul fronte della dotazione organica poi, non si può non ricordare che la Uoc, con i suoi 34 infermieri e 5 Oss,  risponde agli standard ospedalieri (numero personale per posti letto) in linea con le direttive regionali. Riteniamo oltremodo incomprensibile la polemica sull’utilizzo degli allievi del III anno del corso di laurea infermieristica all’interno del reparto.

Si ricorda infatti che, le attività di tirocinio clinico degli allievi all’interno del presidio ospedaliero, risalgono agli anni 80, e sono previste dall’ordinamento didattico. Di supporto all’attività infermieristica (igiene, terapia orale, medicazioni semplici, prelievi ematici, rilevazione dei parametri vitali ecc.) sono finalizzate al miglioramento del processo di apprendimento/addestramento degli allievi. Non possono agire in autonomia, ma sotto la supervisione degli infermieri. L’obiezione avanzata dalle organizzazioni sindacali sull’utilizzo dei tirocinanti nel reparto, appare oltremodo singolare  in considerazione del fatto che gli stessi, da anni, svolgono il loro tirocinio formativo presso il Pronto Soccorso con turnazioni H24 (mattino, pomeriggio e notte).

Sono convinta, nonostante le innumerevoli difficoltà, che l’Azienda stia procedendo nella giusta direzione, ma c’è bisogno del contributo di tutti e una visione di ampio respiro per determinare quel cambiamento che, ne siamo certi, vogliono fortemente anche le organizzazioni sindacali