Argentina: card. Poli, dura condanna di corruzione e narcotraffico

Una dura condanna della corruzione e l’invito a ripensare la politica arriva dal seminario promosso a Buenos Aires, nel salone dei Passi perduti della Camera dei deputati, dalla Commissione episcopale di pastorale sociale (Cepas) della Conferenza episcopale argentina. L’incontro si è tenuto lunedì e, come ha sottolineato ieri l’agenzia argentina Aica, si è trattato di un’occasione di incontro tra rappresentanti ecclesiali e parlamentari. Dopo gli interventi introduttivi del presidente della Cepas, mons. Jorge Eduardo Lozano e del deputato Eduardo Amadeo, è intervenuto il cardinale Mario Aurelio Poli, arcivescovo di Buenos Aires e primate d’Argentina. Dal porporato sono arrivate parole dure sui mali che colpiscono il Paese. Tra questi, Poli ha messo in evidenza la corruzione e il narcotraffico, quest’ultimo definito come un tema che “coinvolge profondamente e preoccupa” i vescovi, soprattutto per la mancanza di un’attenzione continua da parte degli organi statali. Per il porporato “tutti coloro che hanno delle responsabiità dirigenziali in Argentina devono chiedere perdono al popolo per essere arrivati a questo punto”.
Il card. Poli ha poi parlato della custodia della “casa comune”, sottolineando l’apporto dato a questo tema dall’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”, documento che, ha sostenuto, dovrebbe essere preso ad esempio dalla politica per ripensarsi. La giornata è proseguita con numerosi laboratori e con le conclusioni di mons. Lozano, secondo il quale “a partire da uno sguardo umanista, la politica deve guidare l’economia e sopra entrambe ci dev’essere il primato dell’etica”. Poli ha definito la corruzione “una doppia truffa, economica e morale, perché ruba soldi e compromette la fiducia del popolo nelle istituzioni democratiche”.