Chiesa di Rieti

Andare avanti, con resilienza e senza vanificare gli sforzi fatti

«Il coronavirus ha fatto saltare la routine e ci costringerà a cambiare, invece di seguire la logica del "si è sempre fatto così"», ha detto il vescovo Domenico dopo il rosario di ieri sera. Oppure, a ben pensarci, già abbiamo avuto modo di rivisitare alcuni ambiti...

«Stamattina il Papa ha invitato alla prudenza e al rispetto delle norme per evitare che il contagio possa velocemente risalire», ha detto il vescovo Domenico nella sua riflessione dopo il rosario di ieri sera.

«Ci vorrà ancora tanta “resilienza” da mettere in campo se non vogliamo vanificare gli sforzi fatti. Per noi cristiani questo significa lasciarsi prendere non dal falso zelo, ma dalla passione di ripensare creativamente la vita ecclesiale».

«Ma a pensarci – ha proseguito monsignor Pompili – già abbiamo avuto modo di rivisitare tre ambiti con interessanti spunti».

«Il primo ha a che fare con la catechesi che non si è potuta più svolgere nelle aule nel modo tradizionale. Ciò non ha impedito a gruppi scout piuttosto che a quelli del catechismo di ritrovarsi su Skype e mantenere il filo di una ricerca che non smette di cercare il contatto con gli altri e la curiosità per le domande della vita. Tanti dei nostri preti si sono inventati dei brevi audio con cui raggiungere tutti e offrire una boccata di riflessione e di pausa meditativa. Così non è venuta meno la catechesi, ma la si è declinata in nuovi linguaggi».

«Il secondo ambito è la liturgia. Abbiamo il desiderio di tornare a celebrare insieme la Messa, ma occorre riconoscere che dietro la richiesta troppo insistente dell’Eucaristia non di rado c’è una fede sincera…ma non matura. Si dimentica che il Signore è realmente presente con il Suo Spirito tra coloro che sono riuniti nel suo Nome; è presente nella Parola e continua realmente a nutrire chi la legge e la medita; il Signore vivo si fa prossimo nel povero e nei bisognosi. Il Signore è nel desiderio stesso dei sacramenti. Ma soprattutto è laddove i suoi comandamenti ispirano i nostri comportamenti, senza i quali neppure la comunione frequente può portare frutti di vita eterna».

«Il terzo ambito è la carità. Qui si sono moltiplicate le attenzioni e le occasioni. Non solo nel privato dei nostri condomini, ma anche nei pacchi viveri distribuiti per l’intero territorio diocesano e ora anche col Fondo Santa Barbara: mezzo milione di euro messo a disposizione dalla chiesa reatina per le famiglie che chiedono alle parrocchie».

«Il coronavirus ha fatto saltare la routine e ci costringerà a cambiare, invece del si è sempre fatto così», ha concluso il vescovo.

«Così la fede smette di essere un’abitudine e diventa una scelta».