Chiesa di Rieti

Anche stasera le campane delle 21 ci richiameranno a un momento di preghiera: lontani, ma sempre uniti

Anche stasera, e per le prossime sere, l'appuntamento sarà sempre alle ore 21, con il richiamo delle campane e l'invito a riunirsi virtualmente, per un momento di raccoglimento e preghiera: lontani, ma pur sempre uniti

Campane come richiamo, come segno di unione scandito dallo stesso suono.

La sera di mercoledì 11 marzo la città di Rieti, chiusa in casa come da disposizioni date a seguito dell’emergenza epidemica, è stata sollecitata da un unico suono. Su proposta del vescovo Domenico, alle ore 21, le compane di tutta la diocesi hanno suonato allo stesso orario, richiamando ciascuno e ciascuna al senso della comunità e della solidarietà.

Molti i lumi apparsi sui davanzali cittadini, come anche molti sono stati i segnali di ottimismo apparsi alle finestre.

Il distanziamento sociale obbligato che ci divide in questi tempi difficili, è stato superato dai mezzi tecnologici di cui fortunatamente la nostra epoca può servirsi, e ieri sera eravano idealmente tutti lì, davanti alla Cappella della Madonna del Popolo, insieme a monsignor Pompili e al parroco della Cattedrale don Paolo.

E sono stati tanti, tantissimi, coloro che hanno voluto riunirsi intorno a un computer o a uno smartphone, per recitare il rosario tutti insieme, magari in famiglia.

Anche stasera, e per le prossime sere, l’appuntamento sarà sempre alle ore 21, con il richiamo delle campane e l’invito a riunirsi virtualmente, per un momento di raccoglimento e preghiera: lontani, ma pur sempre uniti.

Invocazione alla Madonna del Popolo

O Maria, Madonna del popolo,
siamo qui ai giorni del Coronavirus per non soccombere alla paura e per non perdere la speranza.
Dinanzi all’antica icona che ti ritrae col Figlio in braccio, vogliamo lasciarci ispirare dai misteri della vita di Gesù.
Siamo idealmente radunati tutti insieme: anziani, giovani, adulti, bambini. Ognuno all’interno della propria casa, con una luce accesa sulla finestra, per illuminare la notte di questa imprevista epidemia che ha sconvolto la nostra esistenza quotidiana.
Anche ai tuoi tempi, o Maria, non saranno mancate forme virali di contagio. Noi c’eravamo illusi di esserne immuni. Invece, d’un tratto, ci siamo ritrovati sfidati da un “nemico impalpabile”, che ci ha resi fragili e indifesi. E ora anche disorientati.
Una cosa l’abbiamo compresa: siamo tutti connessi, le nostre vite sono legate le une alle altre, i nostri comportamenti condizionano la vita di altri, e viceversa. La vulnerabilità di queste ore, peraltro, ci sta insegnando a distinguere nella vita quel che è necessario da quel che è superfluo. In una parola, sta riconducendoci all’essenziale.
Fa, o Maria, che in questo ‘tempo sospeso’ – come quando al sabato santo attendevi la resurrezione del tuo Figlio crocifisso – ripensiamo il senso delle nostre vite, dei nostri legami, della gratitudine per ciò che siamo.
In attesa della Pasqua – in questo spazio dell’attesa e della vigilanza, come quando si veglia con amore qualcuno nelle case o in un ospedale – tienici tra le tue braccia, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Amen