Anche il sole ha “benedetto” l’Ordinazione episcopale di monsignor Pompili

«Quante volte ti sentirai soverchiato dalla paternità di Dio, della quale sei il primo beneficato ma anche misteriosamente ministro: una paternità che avvertirai non nascere dalla tua umanità ma dall’alto, come dono dello Spirito. Sempre, soprattutto nei momenti più difficili, appellati a questo dono, invoca la Sorgente della grazia, fai appello a ciò che Cristo sta per fare in te e di te, per sempre: Egli, infatti, dà il compito ma anche la forza. Non è forse questa la nostra sicurezza e la nostra pace?».

Sono risuonate come parole cariche di affetto e riconoscenza quelle pronunciate dal cardinal Angelo Bagnasco, durante l’omelia, sabato 5 settembre, per l’ordinazione episcopale e l’ingresso nella Diocesi di Rieti di un Vescovo caro nel cuore di molti fedeli e colleghi giornalisti di tutta Italia: monsignor Domenico Pompili. Non è bastata la cattedrale reatina stracolma all’inverosimile – presenti molte autorità locali e nomi di spicco della politica italiana – per contenere la gioia della gente nell’abbracciare il suo nuovo Pastore, «che è stato per non pochi anni intelligente e generoso collaboratore della CEI in qualità di direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali e di sottosegretario», come sottolineato dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Fuori, però, nonostante i lavori cittadini in corso e le minacciose previsioni meteo, nel pomeriggio è tornato a splendere il sole, quasi a “benedire” l’inizio del mandato episcopale. E intanto, sul volto di «donDom», come viene affettuosamente chiamato da chi lo conosce bene, si è potuta scorgere l’emozione più pura, quando di fronte alla sua famiglia – già provata da due gravi perdite – e al suo popolo ha pronunciato il suo più bel «Sì» a Dio.

«Riceverai una paternità nuova che ispirerà il tuo modo di pensare e di amare, di guardare il tuo popolo, il tuo clero, la vita», ha aggiunto il cardinal Bagnasco, mentre gli applausi scrocianti salutavano con entusiasmo ed attenzione il neo Pastore, grati al suo predecessore (anche lui, commosso), mons. Delio Lucarelli. In molti sono arrivati dalla diocesi di Anagni-Alatri (Chiesa da cui proviene mons. Pompili, ndr), dalla CEI e dalle zone limitrofe: hanno concelebrato ben quattro cardinali – oltre a Bagnasco, anche il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, e quello di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti – numerosi Acivescovi e Vescovi, e un centinaio di sacerdoti.

Tra i conconsacranti anche il segretario generale della CEI, mons. Nunzio Galantino: presenti, tra il clero, anche il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, e i massimi vertici di Avvenire, Tv2000 e Radio inBlu. «La missione della Chiesa da sempre è quella di rendere possibile, ogni volta, questo miracolo: restituire a ciascuno la Parola e, ancora prima, la disponibilità ad ascoltarsi»: queste le prime parole del presule che, fin da subito, si è posto al servizio di una chiamata capace di cambiare la vita, incontrando la sua gente, accarezzando i giovani e i malati, e inaugurando il suo ministero, domenica 6 settembre, in un luogo particolarmente significativo per la Diocesi: Greccio.

Ogni passo nel segno dell’umiltà e della riconoscenza verso chi lo ha accompagnato, in questi mesi, verso «l’onere e l’onore della  nuova vita pastorale». Una vita che, come augura lo stesso Vescovo Pompili, possa essere fatta di «ascolto, accoglienza e vicinanza»: non è difficile pensare che sarà così.

Foto © Daniel e Daniela Rusnac.