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Anche il Concerto di Natale in Vaticano farà “rete” per l’Amazzonia

Presentata a Roma l’edizione 2019 del Concerto di Natale in Vaticano, dedicata alla salvaguardia dell’Amazzonia e dei popoli indigeni: l'evento si terrà in Aula Paolo VI il 14 dicembre e sarà trasmesso la notte di Natale da Canale 5

Presentata a Roma l’edizione 2019 del Concerto di Natale in Vaticano, dedicata alla salvaguardia dell’Amazzonia e dei popoli indigeni. L’evento, che si terrà in Aula Paolo VI il 14 dicembre e sarà trasmesso la notte di Natale da Canale 5, è promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica a sostegno della Fondazione pontificia Scholas Occurrentes e di Missioni Don Bosco Valdocco Onlus.

La salvaguardia della casa comune, del Creato, passa anche e soprattutto attraverso l’educazione. Ne sono convinti gli organizzatori del tradizionale Concerto di Natale in Vaticano, che si terrà sabato 14 dicembre in Aula Paolo VI e che è stato presentato oggi a Palazzo Pio a Roma. L’evento, giunto alla 27.ma edizione, è promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e quest’anno rilancia l’impegno di Papa Francesco per la regione Panamazzonica, a cui è dedicato il Sinodo dei vescovi in corso. Con lo slogan “Facciamo rete per l’Amazzonia”, il Concerto di Natale in Vaticano sostiene due progetti di Fondazione pontificia Scholas Occurrentes e Missioni Don Bosco Valdocco Onlus.

Amazzonia: terra, acqua, luce

D’altra parte “non è solo per i popoli indigeni che la terra è importante, che la terra è mamma, ma lo è per tutta l’umanità” e in ogni occasione, sottolinea Ernestina Macuxi del Consiglio indigenista missionario voluto dalla Conferenza episcopale brasiliana (Ascolta l’intervista). “La terra – spiega la rappresentante delle comunità indigene d’Amazzonia – è il nostro corpo, l’acqua penetra le nostre vene, è il nostro sangue, la luce entra nel nostro essere ed è il nostro spirito. La terra non è per noi motivo di sfruttamento per fare affari, non possiamo sfruttarla per poi ucciderla. È il luogo dei nostri avi e noi siamo chiamati oggi a proteggerla e a preservarla”.

Il progetto di Scholas Occurrentes

In tale prospettiva, il progetto di Scholas Occurrentes è quello di sensibilizzare gli studenti delle 450.000 scuole del mondo appartenenti alla piattaforma Scholas.social, promuovendo nei medesimi istituti un’attività di riforestazione, contribuendo – sull’esempio delle popolazioni originarie dell’Amazzonia – alla ricostruzione di rapporti armoniosi con la natura e fra gli uomini e realizzando attività di scambio scolastico. A Vatican News José María del Corral, il presidente dell’organizzazione internazionale creata in Argentina per volere dell’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, spiega come il progetto intenda “continuare il lavoro già iniziato con i giovani indigeni” (Ascolta l’intervista). “Qui a Roma – prosegue – abbiamo tenuto un incontro con i giovani indigeni che hanno raccontato al Santo Padre cosa vivono. Erano giovani provenienti da diverse parti del mondo. La seconda tappa è stata parlare con i capi delle loro comunità, dei loro villaggi. Hanno chiesto che Scholas vada nei loro villaggi per lavorare lì per l’educazione. Abbiamo già fatto diversi accordi per portare avanti sette missioni con le comunità indigene. La terza tappa è questa. Noi abbiamo mezzo milione di scuole nella nostra piattaforma: vogliamo sensibilizzarle per vivere con questo spirito dell’Amazzonia e, come gesto concreto, vogliamo che i ragazzi piantino degli alberi nelle scuole”.

Cambiare l’educazione e il mondo

Il presidente di Scholas Occurrentes ricorda quanto sottolineato da Papa Francesco in chiusura del IV Congresso Mondiale di tale realtà, evidenziando come non si cambierà il mondo, se a cambiare non sarà l’educazione. “Scholas incontra i veri protagonisti, gli studenti. Mettiamo insieme, in un’aula comune, 500 ragazzi che provengono da diversi livelli sociali, per dieci giorni, ascoltando i veri problemi. Dopo di ciò, diamo loro gli strumenti affinché possano trovare il modo per risolverli. Insieme ai volontari, ai giovani universitari, li aiutiamo in modo che ci sia un’implementazione anche nelle loro comunità. Quando vedono il risultato, quando vedono il cambiamento, allora significa che stiamo davvero cambiando l’educazione”.

Il progetto di Missioni Don Bosco Valdocco Onlus

Il progetto dei salesiani di Don Bosco punta a preservare la presenza, la tradizione e la cultura della popolazione indigena nel distretto di Lauaretê, al confine tra Brasile e Colombia, con un’attenzione speciale ai più piccoli, in particolare quelli a rischio. Il presidente di Missioni Don Bosco Valdocco Onlus, il salesiano Giampietro Pettenon, ricorda come si tratti di “un villaggio lungo il fiume Vuapés, un affluente del Rio Negro. Noi salesiani siamo presenti in questo villaggio da 90 anni, quindi una presenza molto radicata in una realtà nella quale ultimamente vediamo che sta entrando sempre di più una delle piaghe del nostro mondo sviluppato: l’alcolismo” (Ascolta l’intervista). Nella zona, racconta, si tratta dell’“unica forma di svago, in qualche modo di evasione, che hanno gli adulti nei momenti di festa. In quel villaggio non c’è altro, non c’è nemmeno l’energia elettrica. Purtroppo poi, quando sono ubriache, le persone adulte diventano violente, le mamme non preparano il cibo per i bambini e quindi si crea una situazione di abbandono dei minori. Lavorare con i ragazzi ed educarli significa coinvolgere anche i genitori, in un lavoro di sensibilizzazione, soprattutto verso le donne. E’ un’educazione che parte dai ragazzi, ma che arriva anche ai genitori che, a loro volta, sono in gran parte persone giovani: non parliamo di genitori quarantenni o cinquantenni, ma di genitori di 20-25 anni”. Il progetto punta quindi a realizzare “una casa per questi ragazzi, in maniera tale che trovino una sala da pranzo e una sala per dormire”, nei momenti in cui la famiglia non riesce ad assisterli.

2020, quinto anniversario della Laudato si’

Gli organizzatori del Concerto di Natale in Vaticano puntano dunque “sull’educazione come strumento di continuità” all’impegno nelle sfide di oggi, evidenzia monsignor Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica (Ascolta l’intervista). Il tema dell’Amazzonia, aggiunge, è legato al Sinodo e al concetto di “Chiesa in uscita”, di “Chiesa che deve mettersi sulle spalle i problemi dell’umanità, così drammatici e così segnati da violenze e degrado”, e si collega pure al prossimo “quinto anniversario della Laudato si’ di Papa Francesco: quindi la nostra presenza, anche come Congregazione nella Commissione voluta dal Santo Padre per accompagnare l’attuazione dell’Enciclica, ci ha portato a scegliere questo argomento, che è dentro il Sinodo ma che è anche la grande preoccupazione del Santo Padre, investendo sull’educazione per cambiare il mondo”.

Gli artisti

Il Concerto sarà trasmesso da Canale 5 in prima serata la notte di Natale e in replica il 25 dicembre. Tra gli artisti che hanno aderito, figurano Lionel Richie, Susan Boyle, Elisa, Simone Cristicchi, Fabio Rovazzi, Noemi. L’Orchestra sarà quella Italiana del Cinema diretta dai maestri Renato Serio e Adriano Pennino, con la partecipazione della Banda del Corpo della Gendarmeria Vaticana. Il ricavato della vendita dei biglietti dell’evento, acquistabili online sul sito www.concertodinatale.it oppure in tutti i punti vendita TicketOne, e delle donazioni tramite sms solidale 45530 andrà alle Fondazioni Scholas Occurrentes e alle Missioni Don Bosco Valdocco.

Da Vatican News