Anche a Rieti…

Anche a Rieti c’è il Centro d’Italia, a sentire i TG. Anche a Rieti c’è una suora incinta, è un privilegio raro. E l’ultima notizia è che anche a Rieti c’è un’attrice che riceve assegni da Berlusconi. Ma questo proliferare di “anche a Rieti …” è solamente un effetto mediatico o c’è del nostro? Cosa si cela dietro questo “essere anche”?

C’è bisogno forse di qualche altro esempio. La fiera campionaria del peperoncino, il meeting, il passaggio di San Francesco, ecc. quasi tutto della nostra attuale identità può essere preceduto da un “anche a Rieti c’è”. O almeno così pare vedendo come tali eventi vengono presentati. Straordinaria normalità potremmo sintetizzare.

Proprio per questo però rimane la sensazione del già visto, e meglio, altrove. Il cammino di Santiago de Compostela, i meeting delle altre città europee e si potrebbe continuare. Sembrano tutte pietre di paragone incomparabili. Non certo per mancanza di storia e tradizione.

Ricercare l’originalità a tutti i costi sarebbe ingenuo e improduttivo. Ma anche tirare a campare non porta a nulla di buono, l’eredità del passato è un tesoro soggetto alla ruggine. Trovare la propria strada per una comunità è l’unico modo di rimanere tale.