Amministrative: urne, questioni aperte

Sul tappeto le problematiche irrisolte dai collegamenti viari, al lavoro, dall’economia da far ripartire dopo la crisi che è stata acuita dal sisma

Mancano solo sette giorni alle elezioni. Domenica prossima a Rieti si voterà per rinnovare il governo cittadino. Stasera, su iniziativa dell’Azione Cattolica diocesana, nel salone parrocchiale della Madonna del Cuore, la tavola rotonda con i cinque candidati che concorrono alla carica di sindaco del capoluogo. È da ipotizzare che l’espressione cristiana e giovane della comunità reatina voglia conoscere da Petrangeli, Cicchetti, Rando, Calabrese e D’Angeli in che modo verranno affrontate le questioni sociali ed etiche rilevanti: il lavoro e poi ancora il lavoro. Quindi le insufficienze degli asili nido, delle scuole materne e delle mense, il sostegno alle famiglie in crisi, l’approccio ai coniugi in difficoltà, le gravi lacune parentali nei confronti dei figli, il dramma degli anziani e della loro solitudine, l’università e il conservatorio a rischio di rimanere a secco dei contributi finanziari, la questione dei migranti che non è solo problema del governo, ma delle istituzioni locali per vederli impiegati utilmente e non più bighellonare per la città senza alcun costrutto. A tutto ciò si aggiungono voci allarmanti sull’incerto futuro dell’Atletica Studentesca intitolata al suo indimenticato patron Andrea Milardi, società sportiva erede di un’azione educativa e formativa attivata da decenni nei confronti di migliaia di giovani.

La speranza è che il confronto fra candidati prenda quota, poiché a oggi ha dimostrato livelli non esaltanti. E si conoscano le soluzioni realistiche e praticabili per tirar fuori la comunità reatina da una situazione economica e sociale disastrosa. La crisi è pesante. Ogni giorno si aggrava. Aumentano le sofferenze, senza che si intravveda un barlume di là dell’oscurità del tunnel. L’opinione pubblica avverte genericità e approssimazione nei discorsi dei candidati – non di tutti – nell’affrontare le tematiche che vengono proposte da intervistatori e giornalisti. Molti sono stati i voli pindarici, distogliendo l’attenzione da una realtà che certo dispiace e che è meglio dribblare. Il prossimo consiglio comunale di Rieti e quelli dei maggiori centri che andranno al voto l’11 giugno dovranno gestire il deterioramento e la decadenza delle istituzioni civili, le più gravi della storia reatina dopo la seconda guerra. E l’inarrestabile diminuzione di vitalità e di efficienza del nucleo industriale. Sulla instabilità e sulla incrinatura dei rapporti sociali provocate dalla crisi che ha avvolto il territorio reatino è venuto a incidere in modo violento il terremoto del 24 agosto e del 30 ottobre scorsi. Il sisma porrà sul tavolo politico del nuovo sindaco problemi enormi, mai esistiti in tale misura e di tale portata che per risolverli bisognerà premere su Roma con forza. I cittadini elettori dovranno riflettere prima di riempire la loro scheda, mai come questa volta, a chi affidare il futuro di loro stessi, dei loro figli e dei loro nipoti. Per cui non dovrebbero essere ammesse superficialità e improvvisazioni, niente emotività nel consegnare il loro destino a chi ha idee valide e programmi concreti senza rimettersi alla buona sorte o ripiegare su populismi o demagogia e quindi scoprire il giorno appresso la scarsa efficacia delle loro ricette. Un convitato di pietra, quale la magistratura inquirente, è venuto da due settimane a sedersi al bancone di queste elezioni e chissà quali riflessi avrà sul risultato.

La scorsa settimana il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha firmato a Rieti, con i rappresentanti degli enti interessati, il Patto per la ricostruzione e per la crescita dell’economia dei comuni colpiti dal terremoto. Dalla lettura di quel documento si ricava che molto è stato promesso e parecchio sembra sarà dato se i patti saranno osservati. Francamente ci si attendeva di più. Specie sullo sviluppo che non può prescindere dall’ammodernamento della Salaria, per cui si è trovata comoda la via d’uscita di mandare la palla in corner chiedendo al governo di procedere alla sua sistemazione «nel tratto che unisce Roma–Rieti (gestione Anas) con l’obiettivo di arrivare al suo raddoppio e alla realizzazione di un sistema a quattro corsie». L’impegno si estenderà alla Rieti–Torano, insieme alla realizzazione della banda ultra– larga regionale nei comuni del cratere. L’agenzia AdnKronos ha riferito che si utilizzeranno tre diverse tipologie per rilanciare il territorio con interventi complessivi per quasi 224 milioni di euro a carico della Regione e per 267 milioni del governo nazionale. Da oggi Rieti e la Sabina attenderanno che tali promesse si concretizzino ricordando a Zingaretti che pacta sunt servanda.