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Ambiente: aumenta la consapevolezza sulle emissioni, ma non basta

A cinque anni dall’enciclica Laudato si' e dall’accordo di Parigi sul clima, in molti scelgono di non investire sui combustibili fossili. L’obiettivo ultimo è il 2050, ma i progressi sono lenti e poco coraggiosi

Il 2020 doveva essere l’anno in cui avrebbero dovuto realizzarsi i primi effetti delle politiche sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica per prevenire il cambiamento climatico. L’accordo di Parigi sul clima prevedeva infatti di contenere l’aumento della temperatura a un massimo di un grado e mezzo. Un risultato disatteso anche se, come dimostrano i risultati della “settimana della Laudato Si’” appena conclusa, è a aumentata la consapevolezza di “decarbonizzare” l’economia e l’approvvigionamento energetico.

L’impegno di istituzioni e conferenze episcopali

In una dichiarazione 42 istituzioni religiose di confessioni differenti hanno votato un documento in cui si impegnano a eliminare gli investimenti legati a combustibili fossili, in questo seguite da alcune conferenze episcopali, ultima delle quali quella della Filippine. Un percorso importante e necessario, spiega a Vatican News Andrea Masullo, direttore scientifico di Greenaccord:

R. – Per decarbonizzazione si intendono essenzialmente due modalità. La prima è non utilizzare combustibili fossili e quindi non aumentare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e la seconda, altrettanto importante, è sottrarre l’anidride carbonica già emessa negli anni precedenti dall’atmosfera, con attività come piantare gli alberi o utilizzare materiali da costruzione che contengono tanto carbonio. Questa è una modalità ancora poco esplorata e poco praticata ma è la cosa più importante per il futuro, se vogliamo ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. Non emettere infatti vuol dire mantenere le concentrazioni sui livelli attuali che già presentano delle grosse criticità, mentre nel lungo termine dovremmo cercare di tornare indietro.

Tecnicamente quali sono le modalità per cominciare a “decarbonizzare” l’economia e l’approvvigionamento energetico?

R. – Anche in questo caso abbiamo altri due binari. L’efficienza, e cioè ridurre i consumi energetici, che non significa solamente rendere più efficienti le apparecchiature che utilizziamo adesso, ma anche creare nuovi strumenti. Per esempio avere efficienza carbonica nei trasporti significa non utilizzare veicoli che usino combustibili fossili. Ma attenzione poi alle “soluzioni critiche” come l’auto elettrica, perché dipende da come l’elettricità viene prodotta altrimenti diventa soltanto un “pro forma” perché se utilizziamo combustibili fossili per produrre l’elettricità che mettiamo nelle auto, forse paradossalmente aumentiamo l’emissione. Quindi la cosa fondamentale è approvvigionare il sistema energetico con energia rinnovabile.