Amatrice

Amatrice, il vescovo: «Le opere della ricostruzione sono segni che aiutano ad orientare la vita»

In occasione dei festeggiamenti per la Madonna della Filetta, il vescovo Domenico ha posto attenzione a due grandi segni che a breve daranno il sapore della ricostruzione: l'ospedale e Casa Futuro

Evviva Maria, Maria Evviva, Evviva Maria e chi la creò: Amatrice festeggia la Madonna della Filetta. Nella mattina di domenica 24 maggio la comunità si è ritrovata presso il campo sportivo per celebrare in sicurezza la patrona della città.

«Quest’anno non abbiamo potuto festeggiare come si è fatto per 500 anni», ha spiegato il sindaco Antonio Fontanella, sottolineando come questa festa fosse per gli abitanti «la giornata dell’identità, in cui tutti la comunità amatriciana si ritrovava spinta da un senso di fratellanza e da un spirito di grande unione».

Rimandando al prossimo anno la processione, gli amatriciani hanno onorato ugualmente la tradizione, presentandosi in gran numero alla liturgia della domenica presieduta dal vescovo. Una messa inconsueta, celebrata all’aperto con una distanza minima di un metro tra un posto e l’atro e con l’obbligo di indossare la mascherina.

I dispositivi di sicurezza non hanno però coperto l’emozione negli occhi dei fedeli che, commossi, hanno seguito con partecipazione tutta la celebrazione.

«Salire sul monte è faticoso, ma quando si ha la gioia di arrivare in vetta si sente una sorta di liberazione da tutto ciò che ci appesantisce. Basta sollevare lo sguardo e incrociate i monti della Laga per provare un’esperienza che allarga il cuore»: con queste parole il vescovo Domenico ha si è rivolto ai presenti, invitando a distogliere lo sguardo da un’Amatrice concepita come mero cratere.

Riferendosi poi alla parola del Signore nel giorno della sua ascensione al cielo, don Domenico si è soffermato sulla parola “insegnare” intesa come “segnare” capace, cioè, di dare dei segni che possano orientare. «Dio solo sa quanto in una realtà come la nostra che ha perso i suoi riferimenti abituali, sia importante per noi avere la forza di creare dei segni che aiutino ad orientare la nostra vita e ad alimentare la nostra speranza».

In questo senso, ha fatto riferimento a due gradi prossimi segni che decreteranno un contributo importante nell’ottica della ricostruzione. Il primo sarà quello dell’ospedale, la cui posa della prima pietra è prevista per la fine dell’estate, il secondo sarà il progetto della Casa del Futuro, che convertirà, invece, l’area del don Minozzi.

«Per non restare travolti ricostruzione – ha concluso – non basta affidarsi alla buona volontà ma occorre consegnarsi alle parole del maestro “io sono con voi” che non sono una garanzia ma una promessa che evoca speranza. Solo con la capacità di essere noi per primi a decentrarci, a fare un passo indietro perché venga avanti l’insieme, si può pensare di ricostruire nella giusta direzione».

Al termine della liturgia i presenti hanno intonato la Lode alla Madonna della Filetta che, tradizionalmente, accompagnava la processione. Sotto le mascherine, si è distinta la voce degli uomini per le strofe e quella delle donne nel ritornello, unendo tutti in un metaforico e caloroso abbraccio.

Infine il vescovo e il sindaco si sono recati al monumento del parco comunale per un momento di preghiera in nome di tutte le persone che sono tornate alla casa del padre.