Alluvione, Genova non impara la lezione

Si dà colpa al tempo, alla natura, all’orografia, alla cementificazione, alle mancate allerta, ai piani urbanistici, alle infrastrutture, alla cattiva manutenzione di torrenti e tombini e perfino alla mala sorte. Nella fatica di trovare e cercare un colpevole c’è l’amarezza, e in tanti la rabbia, di non vedere passi avanti concreti nella realizzazione delle opere che potrebbero evitare o limitare le sciagure.

Come nel 2011, come tante, troppe altre volte, a Genova è di nuovo alluvione. La pioggia, che da diversi giorni si sta abbattendo su tutta la Liguria, sembra essersi accanita contro il capoluogo ligure e alcune zone dell’entroterra.
A Genova sono straripati, nella serata di giovedì 9 ottobre nella zona di Borgo Incrociati, il Bisagno, il torrente Fereggiano, e in pochi minuti il centro della città è stato sommerso dall’acqua. Si sono immediatamente verificate gravissime situazioni di disagio nelle zone di Brignole e Marassi. Ma il dramma più grande è la morte di un uomo di 57 anni. Il suo corpo è stato ritrovato senza vita in via Canevari, vicino al punto in cui il Bisagno è tracimato.
Acqua e fango hanno invaso anche la centralissima via XX Settembre, via San Vincenzo, piazza della Vittoria, fino alla zona della Foce. Si registrano gravi danni per la attività commerciali: il Mercato Orientale di via XX Settembre è completamente allagato. Nell’entroterra, a Montoggio, è uscito dagli argini lo Scrivia. Travolte numerose auto. I sommozzatori hanno salvato tre persone dalla piena del fiume.
Paura anche a Levante, in particolare nel Tigullio dove a Chiavari è esondato l’Entella e a Sori, cittadina alle porte di Genova.
Nel capoluogo l’appello del Comune ai cittadini: “Non usate le auto, salite ai piani alti”. Decisa la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado a Genova (dove è chiusa anche l’Università), Sori, Recco, Pieve Ligure, Montoggio, Savignone, Ronco Scrivia, Avegno, Casella, Torriglia, Uscio e Bogliasco.
I momenti più drammatici si sono verificati di notte, per fortuna con poche persone in circolazione.
Già infuriano le polemiche e gli scambi di accuse, in particolare per la mancata allerta da parte dell’Arpal. “Non avevamo nessun segnale di allerta da parte di Arpal” ha dichiarato Marco Doria, sindaco di Genova. “In assenza di allerta – ha detto – la nostra attenzione si è concentrata sulle scuole. C’era stata anche una attenuazione della criticità. Poi, senza alcuna previsione che ce lo dicesse, abbiamo dovuto registrare un aumento repentino della perturbazione”.
Ora si guarda avanti, a quello che potrebbe accadere poiché le previsioni meteo non sono buone. “Abbiamo previsioni che parlano di temporali e rovesci sul Levante, ma tecnici della protezione civile non escludono che fenomeni temporaleschi forti possano tornare su Genova.
Non si finisce mai, a Genova, d’imparare la lezione.
È infatti dalla grande alluvione di 44 anni fa, seguita con micidiale scadenza da tante altre, che si cerca di individuare cause e rimedi.
Si dà colpa al tempo, alla natura, all’orografia, alla cementificazione, alle mancate allerte, ai piani urbanistici, alle infrastrutture, alla cattiva manutenzione di torrenti e tombini e perfino alla mala sorte.
Nella fatica di volta in volta di trovare e cercare un colpevole c’è l’amarezza, e in tanti la rabbia, di non vedere passi avanti concreti e decisivi nella realizzazione di quelle opere che potrebbero evitare o limitare molte delle sciagure che con periodica certezza si abbattono e che purtroppo ancora si abbatteranno su Genova.