“Allenza scuola e famiglia” all’Auditorium dei Poveri

Si è concluso all’Auditorium dei Poveri un interessante laboratorio teatrale portato avanti dall’istituto comprensivo “Giovanni Pascoli” di Rieti.

«Lo spettacolo conclude tutto un progetto che ha per titolo “Allenza scuola e famiglia”. È un percorso iniziato nel mese di ottobre. All’inizio ha previsto incontri formativi con una psicologa di riferimento della Asl. Incontri tra genitori e alunni finalizzati a lavorare sulla dinamica dei loro rapporti familiari. Dopo di che è intervenuta l’esperta di teatro, Salima Balzerani, con la quale abbiamo preparato alcune scene centrate proprio sul rapporto tra genitori e figli. Il risultato è quello che presentiamo venerdì all’Auditorium dei Poveri: “Genitori e figli, agitare bene prima dell’uso”».

A racconarci questa esperienza è Rita Giuliani, una delle insegnanti dell’istituto comprensivo “Pascoli” coinvolte nell’iniziativa.

Qual è stato lo scopo del progetto?

Abbiamo provato a lavorare sulla creazione di una sorta di alleanza familiare, nella consapevolezza che i rapporti trai genitori e i figli adolescenti sono estremamente conflittuali. Quindi abbiamo cercato di mettere in scena questa conflittualità. L’intera esperienza va pensata come un laboratorio e di conseguenza non pretendiamo di fare una vera e propria rappresentazione teatrale.

Quali forze ha coinvolto questo laboratorio?

Abbiamo lavorato sia con i ragazzi che con i professori e i genitori dell’istituto comprensivo Pascoli, riuscendo anche ad avere i docenti nel compito degli attori. Ma il lavoro è stato più ampio: la collega di arte con i ragazzi ha realizzato le locandine, i colleghi di strumento hanno preparato tutta la parte musicale, e così via.

È curiosa questa idea di tutta una scuola che si mette ad indagare sulla famiglia…

È vero. È una categoria che abbiamo trovato molto variegata. Abbiamo addirittura avuto una famiglia che ha partecipato al completo, con tanto di mamma in dolce attesa del quarto figlio. Ciò detto, va ricordato che il progetto ha indagato sul tema delle famiglie problematiche.

Ma queste realtà problematiche si riscontrano poi realmente nella scuola?

Beh, le famiglie che hanno partecipato sono del tutto “normali”. Ma in generale a scuola si percepiscono tante famiglie disgregate, e chi ci rimette sono sempre i ragazzi. Ma il tema del progetto non era tanto questo, quanto quello di analizzare e promuovere i rapporti tra genitori e figli. Da questo punto di vista è stato interessante vedere che nell’ambito del laboratorio teatrale i figli hanno evitato di lavorare con i propri genitori. Anche se poi molte tensioni si sono sciolte: i ragazzi hanno visto i genitori da una angolazione inedita, e così è stato anche in direzione opposta. La cosa che è piaciuta di più sia ai genitori che a noi docenti è stata questa collaborazione, l’apertura prodotta dal laboratorio. Del resto se dobbiamo indovinare una strada – la più retta possibile – per questi ragazzi, lo dobbiamo fare insieme.

E che effetto ha fatto trasportare tutta questa esperienza in una Chiesa?

È molto bello! C’è questo contrasto tra la tradizione e il panorama contemporaneo: queste tematiche attualissime hanno trovato nell’Auditorium dei Poveri una cornice straordinaria.

Ma quale è stata l’esigenza che ha portato la scuola a cercare questa soluzione? A scuola mancano gli spazi per fare queste esperienze?

No, anzi. Alla Pascoli da questo punto di vista siamo fortunati. Il fatto è che volevamo uscire dalla scuola per scendere nella città e trovare uno luogo diverso. E debbo dire che non è stato semplice trovare uno spazio adatto che venisse anche incontro alle nostre esigenze. Comunque pensiamo che le realtà scolastiche debbano uscire dalle solite quattro mura, se non altro per permettere ai ragazzi di confrontarsi con situazioni diverse. Per loro è una esperienza importante.

Foto © Massimo Renzi.