Alcli Giorgio e Silvia in difesa della Sabina Universitas: con il Cecarep grandi risultati a favore della salute di tutti

«È doveroso constatare come, nonostante le difficoltà in cui versa la Sabina Universitas, il lavoro del Centro Oncologico di Prevenzione e Ricerca della Provincia di Rieti continui incessante». La realtà associativa Alcli Giorgio e Siliva entra nel dibattito sulla precaria condizione dell’Università a Rieti con l’intento di «mostrare tutta la vicinanza» e soprattutto di «stimolare tutto il territorio, gli enti, le aziende e le banche» a supportarne la permanenza a Rieti. «L’eventuale perdita – spigano dall’associazione – determinerebbe un impoverimento culturale ed economico che il nostro territorio non può più permettersi e che relegherebbe Rieti a vivere i prossimi decenni in un anonimato sempre crescente».

Di conseguenza l’associazione resta «vicina alla Sabina Universitas» e dichiara di voler «portare avanti tutte le azioni necessarie per sostenere la sua permanenza sul territorio» affinché «la città non perda una risorsa, in termini umani ed economici, come l’università e che tutti gli investimenti fatti fino ad ora possano essere tutelati garantendo la sopravvivenza del Polo Universitario di Rieti».

Investimenti fatti in modo diretto anche dall’Alcli stessa, proprio con il Centro Oncologico di Prevenzione e Ricerca della Provincia di Rieti (Cecarep), nato nel gennaio 2016 da un progetto congiunto tra l’associazione e il polo universitario reatino.

E a tale proposito, Alcli ricorda che il Cecarep sta portando avanti diversi progetti di interesse nazionale ed internazionale, come evidenziato dalle varie pubblicazioni scientifiche in riviste di settore.

In collaborazione con il Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’Università degli Studi dell’Aquila, i ricercatori del Cecarep stanno conducendo studi relativi all’angiogenesi, fenomeno per il quale a seguito della neoplasia si formano nuovi vasi sanguigni, e a particolari sottopopolazioni cellulari sia di glioblastoma, il più diffuso e maligno tumore cerebrale, sia di cancro del colon retto.

Altro progetto in fieri è quello in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, volto a studiare l’effetto farmacologico e l’attività antineoplastica di nuove molecole di sintesi.

Infine, in collaborazione con il Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive della “Sapienza”, vengono condotti studi sulla mortalità per patologia oncologica in provincia di Rieti dal 1982 ad oggi ed eseguiti raffronti con le altre province del Lazio.

Inoltre, sempre nell’ambito di questa collaborazione, nel mese di giugno, al fine di tracciare un profilo di rischio di esposizione a tossici e cancerogeni ambientali, sono state raccolte le urine di bambini di età compresa tra i cinque e gli undici anni residenti in tre specifiche aree della provincia di Rieti: area urbana, area industriale ed area rurale. I bambini coinvolti sono quelli dei Distretti scolastici Primari delle aree sopra elencate.

In luglio, invece, al fine di confrontare i dati ottenuti dalle urine, è stata posizionata in abitazioni private, situate vicino alle scuole sopra elencate e al Terminillo, una centralina per il monitoraggio delle nanoparticelle derivanti da inquinanti presenti nell’aria.

Per quest’ultimo campionamento, i dati preliminari mettono in risalto una quantità di nanoparticelle inquinanti bassa nelle aree investigate e quasi irrilevante nell’area del Terminillo.

«È stato possibile realizzare tutti questi progetti – ribadiscono dall’associazione – grazie agli sforzi dell’Alcli Giorgio e Silvia, che finanzia e partecipa attivamente al progetto, e della Sabina Universitas, che ha messo a disposizione del Cecarep il personale e le sofisticate attrezzature di cui sono dotati i suoi laboratori».