Al Santuario di S. Michele Arcangelo per una giornata nella natura

Domenica 3 maggio l’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro della Diocesi di Rieti ha proposto una giornata da vivere all’insegna del contatto con la natura. E tanta è la gente che vi ha partecipato: venuta da Roma, da Poggio Mirteto, da Monte S. Giovanni in Sabina, da Poggio Perugino, da Casaprota, da Salisano, da Roccantica, da Rieti….

«Siamo partiti alle 8 di mattina dalla località Immaginetta di Monte S. Giovanni» racconta don Valerio Shango, direttore dell’Ufficio. «La prima sosta presso la Cappella di Sant’Angelo al Monte Tancia per una colazione e l’incontro con la Banda Musicale di Monte S. Giovanni che aspettava tutti i pellegrini. Poi la ripartenza per la Grotta di S. Michele ove in fila indiana ci siamo recati recitando il Santo Rosario».

Nella tarda mattinata il sacerdote ha celebrato la Santa Messa. Presenti anche i devoti di S. Michele Arcangelo.

Nell’omelia don Valerio ha ribadito che la Grotta di S. Michele è «simbolo del passaggio dal paganesimo al cristianesimo. Questa è la vittoria di S. Michele sul drago. Oggi, supplichiamo il Padre Eterno per i meriti di S. Michele Arcangelo: che liberi l’umanità, le nostre parrocchie, le nostre famiglie, i giovani dal morso del maligno e dell’idolatria di dio danaro, causa delle divisioni, delle guerre e dei conflitti che ci affliggono. Dio ci liberi dalle insidie della droga e dell’alcool».

«Se poi saremo sensibili ai poveri, ai rifugiati, ai disoccupati – ha aggiunto il sacerdote – ne guadagneremo noi tutti in termini di pace, armonia e concordia. Ma come dice Papa Francesco nella Evangelii Gaudium: “mentre i guadagni di pochi crescono esponenzialmente, quelli della maggioranza si collocano sempre più distanti del benessere di questa minoranza felice…. a tutto ciò, si aggiunge una corruzione ramificata e un’evasione fiscale egoista”. Se vogliamo ricreare il lavoro, vincere la piaga della disoccupazione e del precariato, lottiamo allora insieme contro il maligno dell’adorazione dell’antico vitello d’oro! E ce la faremo a risorgere con l’aiuto di S. Michele Arcangelo!»

Il Santuario di S. Michele Arcangelo, sorto presso l’omonima grotta, sin dal IV secolo è luogo di culto, affermatosi su un centro votivo pagano. Questo sembra confermare la stalattite scolpita con la figura di una divinità femminile (dea Vacuna?) di incerta derivazione.

Nel secolo IX fu eretto un monastero accanto alla chiesa, entrambi di proprietà farfensi. Oggi restano nel Santuario alcuni affreschi quattrocenteschi e un ciborio affrescato con pitture del XI e del XIII secolo.

La giornata è ormai una ricorrenza proposta ogni anno, dall’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro della Diocesi nella prima domenica di maggio, anche per essere in sintonia con la Chiesa Italiana che celebra a settembre la giornata nazionale della Custodia del Creato.