Scuola

Aiuto, (di nuovo) la Dad!

Disuguaglianze, dispersione scolastica, disagi psicologici: quanto ci costerà la pandemia? Davvero è difficile quantificare

Aiuto, la Dad!. Provate a mettervi nei panni di genitori che da un’ora con l’altra si trovano a dover rivoluzionare la propria organizzazione familiare perché le scuole tornano in modalità “a distanza” il giorno dopo. Con poche ore di preavviso.

È solo l’ultimo atto di uno psicodramma che coinvolge ormai da tempo il mondo della scuola e quanto ci gira intorno e che pur giustificato dalle situazioni eccezionali che il nostro Paese si trova ad affrontare non può lascare indifferenti.

Certo che i motivi di salute, la lotta alla pandemia, l’aumento dei contagi, la necessità di evitare i contatti e gli assembramenti… tutto questo può spiegare le decisioni sulla sospensione delle attività didattiche in presenza, tuttavia è innegabile che la scuola, le famiglie, i ragazzi e le ragazze stanno pagando un prezzo altissimo oggi e che avrà – è possibile immaginarlo – ripercussioni importanti anche per il futuro.

Non si contano gli allarmi di psicologi ed esperti vari sulle conseguenze delle privazioni cui sono sottoposti i più giovani e in particolare gli adolescenti. Ma insieme bisogna tenere conto dello stravolgimento delle vite familiari che devono affrontare di volta in volta organizzazioni e riorganizzazioni – talvolta impossibili – per garantire la vita quotidiana, per sopravvivere allo stravolgimento di ritmi ed equilibri già raggiunti a fatica.

Ecco, anche questo è la Dad. Non solo una questione didattica – con tutte le complicanze disciplinari che già denunciano insegnanti e dirigenti scolastici – ma soprattutto una questione sociale, con risvolti pesanti e difficili da quantificare. Tra l’altro, pur senza avere troppa fantasia, si può immaginare che le penalizzazioni maggiori saranno a carico di chi ha già difficoltà, come a validare quella famosa frase del vangelo per cui a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. In sostanza. I più “poveri” – sotto diversi profili – finiscono per pagare di più. Chi ha meno risorse – di relazioni, di contatti, di cultura e chi più ne ha più ne metta – si trova e si troverà in maggiore difficoltà.

Comunque, l’anno scolastico deve andare avanti e davvero è difficile trovare soluzioni al rebus della situazione venutasi a creare con la pandemia. Anche guardare all’estero rischia di diventare un puro esercizio accademico. Sapere che a Stoccolma le scuole non hanno mai chiuso e che invece a Napoli le lezioni si sono fermate un giorno sì e uno no serve tutto sommato a poco. Il quotidiano francese “Le Monde” ha comparato le situazioni diverse dei Paesi europei e il quadro è certamente interessante ma alla fine non giova molto, se non a confermare una situazione abbastanza drammatica complessiva – con l’aumento del disagio sociale ovunque – e la peculiarità italiana, primo tra i Paesi a chiudere gli istituti.

Disuguaglianze, dispersione scolastica, disagi psicologici: quanto ci costerà la pandemia? Davvero è difficile quantificare. Forse le strade seguite non avevano, non hanno, alternative – e tutto sommato in questa sede non serve andare oltre – certo però guardando al futuro bisogna che il nostro Paese dia nuovo slancio alla scuola non solo a parole (queste non mancano mai). Dedichi più investimenti e attenzione, dimostri di credere davvero che dalle aule scolastiche passa il futuro. Sperando di recuperare anche i danni che ormai sono già in archivio.

dal Sir