Reatini

Addio ad Antonio Cipolloni, decano dei giornalisti reatini

È deceduto il 25 novembre il decano dei giornalisti reatini, Antonio Cipolloni. Avrebbe compiuto il prossimo gennaio 92 anni. I funerali si svolgeranno sabato 27 alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di Regina Pacis

Disteso sul letto della sua casa di via Morro, dove era voluto tornare da un po’ di giorni dopo l’ultimo ricovero in ospedale e dove si è spento, Antonio Cipolloni ha appuntato al bavero il distintivo dell’Anpc, come suo desiderio. Ci teneva, Tonino, alla sua militanza tra i partigiani cristiani d’Italia. Cristiano e partigiano, fede e passione civile, binomio di un’esistenza che il decano dei giornalisti reatini aveva nutrito di valori evangelici e di sentimento patrio.

Per lui come altri “monelli di guerra” reatini – così il titolo di una delle sue pubblicazioni che aveva consegnato alla città come memoria di fatti locali – la Resistenza vissuta da giovanissimo era una naturale conseguenza di quell’amore per la giustizia, la libertà, la solidarietà di cui si nutriva in parrocchia, lì al rione San Francesco dei tempi in cui tradizione “popolana” più genuina (con la grande devozione antoniana che si portava dentro) e formazione di fede “robusta” formavano un tutt’uno. Tra i tanti ragazzi educati nell’Azione Cattolica alla scuola di don Lino De Sanctis, cresciuti sentendo forte l’amore alla Chiesa e all’Italia, che lo avrebbe portato alla militanza nella Dc dei tempi d’oro.

Cronista sportivo e uomo politico, Tonino sedette più volte in consiglio comunale e fu assessore in diverse amministrazioni. Per anni si occupò di promozione del territorio, come direttore dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo. E il forte amore per la sua terra lo ha portato, negli anni, a firmare diversi volumi che ripercorrono le vicende storiche della Rieti del Novecento, dai ricordi della guerra alla stazione montana del Terminillo, alla stampa locale, fino all’ultimo dedicato alle osterie, mentre un altro ne aveva pronto per la pubblicazione: una sorta di diario intimo dei giorni trascorsi in lockdown, quasi un testamento di uomo che, anche quando era appartato e fino agli ultimi giorni in cui era bloccato a letto, mai ha perso la lucidità e la voglia di “stare sul pezzo”, dicendo magari la sua sui social che da novantenne frequentava con un piglio ancora giovanile.

Un altro pezzo di vita che lascia Rieti un po’ orfana. Riposa in pace, Tonino. A Dio!