Convegni

Ad Accumoli si parla di beni culturali, «parte dell’identità del paese»

Si è tenuto ad Accumoli, presso la sala “Accupoli”, il convegno “Le Pietre e la Memoria, il patrimonio culturale del territorio di Accumoli tra presente e futuro”, volto a far conoscere la bellezza delle opere presenti in queste terre sia dal punto di vista storico che da quello del recupero dopo il sisma

Si è tenuto sabato 14 settembre ad Accumoli, presso la sala “Accupoli”, il convegno “Le Pietre e la Memoria, il patrimonio culturale del territorio di Accumoli tra presente e futuro”, volto a far conoscere la bellezza delle opere presenti in queste terre sia dal punto di vista storico che da quello del recupero dopo il tragico sisma del 2016.

«Riteniamo che questo convegno sia di grande interesse per far conoscere il nostro territorio e le nostre opere d’arte, un appuntamento che serve a non dimenticare e a rivendicare la memoria» ha esordito Renzo Colucci, Presidente dell’Associazione O.D.V. Radici Accumolesi che si è inoltre rivolto alle istituzioni per un appello: «far ripartire l’economia significa dare un futuro alle generazioni che verranno, per questo vorremmo che gli enti abbiano una visione più aderente alla realtà, della nostra condizione tra sopravvivenza e baratro, affinché sappiano coniugare le esigenze di sviluppo con gli obblighi di legge».

Il sindaco Franca D’Angelo, commentando il titolo del convegno, ha posto invece l’accento sull’importanza della memoria affermando che «è vero che il terremoto ci ha tolto ma bisogna stare attento a recuperare le piccole parti perché quello che fa la differenza è la storia, elemento costitutivo dell’identità di un paese».

Ad aprire la serie di autorevoli interventi è stato l’archeologo e Funzionario della Soprintendenza A.B.A.P. Fr. Lt. Ri, Alessandro Betori, che ha illustrato la cronistoria degli interventi effettuati della Sopraintendenza volti al recupero delle macerie. A lui è seguito il contributo di un altro archeologo, Carlo Virili, che ha parlato dell’antica popolazione dei Piceni che, originariamente, abitava queste zone ponendo l’attenzione sul tema dell’identità inteso come «un processo stratificato che si crea in un percorso di memoria nel tempo, una trasformazione con dialogo dialettico tra retaggi e aggiornamenti».

Interessante l’intervento dell’archeologo Massimiliano Gasperini che ha illustrato la tecnica dei rilievi archeologici attraverso l’uso dei droni: «Il drone, che si basa sui principi della fotogrammetria, è uno strumento importante perché permette di generare un rilievo topografico scalato e tridimensionale di alta precisione con una modalità di impiego molto più velocizzata».

A seguire ha preso la parola è passata a Federica Di Napoli Rampolla, restauratrice e Funzionario della Soprintendenza A.B.A.P. Fr. Lt. Ri, che ha ricordato le fasi di lavoro della sua squadra a partire dalle prime scosse mirato a salvare le opere d’arte presenti nelle chiese. Questo patrimonio che ora è conservato sia presso la Scuola Carabinieri Forestali di Cittaducale che nella Diocesi di Rieti, «deve tornare nelle vostre chiese – ha dichiarato – dove, dopo la restaurazione dai danni del terremoto, avrete modo di tenerlo e custodirlo».

Giuseppe Cassio, storico dell’arte e Funzionario della Soprintendenza A.B.A.P. Fr. Lt. Ri ha sottolineato proprio l’importanza di avere dei luoghi di deposito per il patrimonio recuperato perché essi offrono la possibilità di schedare le opere e di studiarle tramite ricerche e comparazione. «Il patrimonio – ha concluso – fa parte dell’identità intesa come fattore inclusivo che si nutre di radici alimentate dalla terra che è l’origine del tutto, causa di cambiamento sociale e materiale, che rende affascinante e variopinto questo nostro Paese».

Don Luigi Aquilini, pro vicario generale del vescovo di Rieti, ha invece commentato l’operato dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali che, con il sussidio di quarantatre tecnici, ha effettuato sopralluoghi nelle chiese per progettare i lavori di messa in sicurezza e collaudo. Dopo aver espresso un pensiero di gratitudine a tutti coloro che hanno favorito l’esecuzione di questo iter, rivolgendosi all’importanza dello opere d’arte ha ricordato che «non dobbiamo solo conservare ciò che abbiamo ricevuto ma bisogna continuare a far fecondare la cultura per poi trasmetterla alle nuove generazioni».

A chiudere il convegno sono stati due interventi: quello dell’architetto Lorenzo Mattone, Funzionario della Soprintendenza A.B.A.P. Fr. Lt. Ri, che ha parlato della rimozione delle macerie e la messa in sicurezza degli edifici di tipo A e quello dell’architetto Tommaso Empler che, in chiusura, ha esposto delle proposte per la realizzazione di un museo che raccolga tutte le opere d’arte presenti in questi territori.