Acqua pubblica, la Regione: “compiuto un passo decisivo”

“Con l’approvazione in Consiglio regionale delle modifiche alla Legge sulla gestione pubblica delle acque si compie un passo decisivo per la tutela dei cittadini e la valorizzazione del patrimonio pubblico. Voglio ringraziare l’intero Consiglio per l’ampia maggioranza che ha permesso di approvare il nuovo testo che regola e chiarisce definitivamente un settore delicato come quello della gestione dell’acqua pubblica”.

Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Il nuovo testo prevede che l’Autorità d’ambito di bacino idrografico dovrà agire nel pieno rispetto delle regole della concorrenza, superando così la precedente formulazione e, in conformità al principio del non indennizzo, stabilisce che in caso di revoca della concessione sia riconosciuto al concessionario non un ‘rimborso’ ma la riduzione del canone demaniale di concessione.

Si specifica inoltre che il pareggio di bilancio è riferito, in generale, alla gestione del Servizio Idrico Integrato quale obiettivo e non come criterio per la definizione dei meccanismi tariffari, che sono di competenza statale. Si provvede dunque ad eliminare la disposizione che, imponendo il rilascio delle concessioni per le grandi derivazioni alle sole Autorità di ambito di bacino idrografico, si pone in contrasto con le norme nazionali relative alle modalità di affidamento delle concessioni di derivazione d’acqua, che rientrano nelle materie della tutela della concorrenza e dell’ambiente, di competenza esclusiva dello Stato.

Spetta all’Autorità di ambito di bacino idrografico la predisposizione e non la determinazione delle tariffe del servizio idrico che spetta all’Autorità per l’Energia elettrica, il Gas e il Sistema idrico. Si elimina inoltre la disposizione precedentemente in contrasto con il principio di unitarietà della gestione del servizio idrico integrato”.

“Quello di oggi rappresenta il perfezionamento di un percorso che abbiamo iniziato lo scorso anno che rende pienamente operativa la legge sull’acqua pubblica della Regione Lazio, la prima norma ad aver recepito la volontà popolare espressa dal referendum del 2011”.

Così la consigliera regionale Cristiana Avenali commenta l’avvenuta approvazione della proposta di legge sull’acqua, con la quale la Giunta ha superato le disposizioni, impugnate dal Governo, della Legge Regionale n. 5/2014 su Tutela, governo e gestione pubblica delle acque.

“Le modifiche fatte – prosegue la consigliera – hanno corretto alcune norme riportandole nel perimetro delle competenze regionali, senza intaccare l’integrità dei principi in essa contenuti. Per questo ritengo sia stato importante il lavoro di concertazione svolto dall’assessore Refrigeri affinché venissero rispettati in pieno i principi referendari senza che la legge venisse stravolta, ed evitando l’impugnativa del Governo, come è successo per altre regioni, con il blocco conseguente della intera norma”.

“Ora siamo pronti per applicarla pienamente, in tempi certi e con ampia partecipazione del comitato promotore della legge di iniziativa popolare, così come stabilito dall’ordine del giorno approvato dalla seduta di oggi” – conclude Avenali.

Da parte sua, Devid Porrello, consigliere del M5S Lazio, dichiara: “Oggi, approvando la legge 276, abbiamo risolto le questioni legate all’impugnativa del Governo sulla Legge 5/2014. Sei articoli da noi fortemente voluti anche con la presentazione di una nostra apposita proposta di legge confluita in quella di giunta votata oggi che chiudono la questione dell’impugnativa e che ci permetteranno di agire rapidamente sul tema fondamentale, introdotto con la legge 5, della definizione degli ambiti di bacino idrografico. Oggi, inoltre, abbiamo sottoscritto un Ordine del giorno che impegna la Giunta a portare a termine con i comitati il tavolo per la definizione degli ambiti e che, contemporaneamente, impegna il consiglio a portare avanti entro 90 giorni la proposta di legge già depositata a marzo per poter applicare a tutto il territorio regionale quanto espresso dalla proposta di legge di iniziativa popolare sull’acqua e blindare i principi sanciti dal referendum del 2011.”