Acqua, Postribù: «l’AATO3 è una “follia amministrativa”»

«La S.p.A. per la gestione dell’acqua nel Reatino e nella Sabina romana costituita ieri da circa 40 Sindaci dell’AATO3 è una “follia amministrativa”, come l’ha giustamente definita il Vice-Sindaco di Toffia, uno dei pochi Comuni a votare contro disobbedendo alle minacce infondate di commissariamento paventate dal Presidente della Provincia Rinaldi e dalla Segreteria Tecnica Operativa dell’AATO3, ma obbedendo alla Legge attualmente vigente in tema di risorse idriche. Infatti, la Legge 191/2009 ha abrogato le AATO già dal 2012 ed inoltre nel Lazio da un anno e mezzo è in vigore la Legge regionale 5/2014 che prevede la costituzione dei nuovi Ambiti di bacino idrografico rendendo ulteriormente insensato l’atto compiuto ieri.».

Lo si legge in una nota diffusa dall’associazione Postribù che prosegue: «A ciò va aggiunto che la S.p.A. non risponde ai criteri della gestione pubblica “in house” (ci spieghi un qualsiasi Comune, eccetto il capoluogo, come fa a dimostrare di esercitare un controllo sulla società con al massimo il 2 % di quote) e che la Decisione di ratifica del verbale della Conferenza dei Sindaci del luglio 2011, che approvava lo Statuto votato nei Consigli Comunali 3 anni dopo e senza un minimo di piano industriale, è stata pubblicata all’Albo pretorio solo nel 2015 (priva peraltro dell’allegato verbale)».

«Una triste giornata, dunque, che ha visto addirittura respinta la richiesta di mettere a votazione la mozione d’ordine presentata dai Sindaci di Toffia, Pozzaglia, Poggio San Lorenzo e Monteleone, mozione che ribadiva quanto garantito dallo stesso Refrigeri e cioè che entro settembre la legge di attuazione della legge 5 sarà approvata e, quindi, da quel momento l’ATO3 comunque non esisterà più non potendosi certo associare ad un bacino idrografico» proseguono dall’associazione.

«Tanto valeva – concludono da Postribù – non prendere ulteriormente in giro i cittadini con atti dilatori che fanno perdere altro tempo prezioso per dare definitivamente soluzione alle questioni legate alle concessioni di grande derivazione (Peschiera – Le Capore, Pacce, Tronto, ecc..) e ai conseguenti ristori economici per le interferenze che, ricordiamo, sono aspetti scollegati dall’affidamento al soggetto gestore. E questa è l’altra menzogna utilizzata ad arte per convincere i Sindaci a votare. Sarebbe bastata, infatti, una semplice Delibera di Giunta per far arrivare quei soldi ai Comuni che ne hanno diritto ma forse le pressioni di qualche “portatore di interesse” verso i nostri rappresentanti in Provincia e Regione sono più forti del mandato conferito dai cittadini».