Chiesa di Rieti

Abbiamo abboccato a tante fesserie, ora è tempo di riflettere

«Abbiamo creduto a tante burle, fesserie, a miti che si sono presi gioco di noi», ha detto ieri sera il vescovo Domenico durante la sua consueta riflessione dopo la recita del rosario

Se c’avesso dettero che il primo aprile, già da tre settimane saremmo stati chiusi in casa, e verosimilmente ci resteremo ancora, per altre settimane, avremmo gridato al pesce, allo scherzo.

Ma così, putroppo, non è. «Ma abbiamo creduto ad altre burle, fesserie, a miti che si sono presi gioco di noi», ha detto ieri sera il vescovo Domenico durante la sua consueta riflessione dopo la recita del rosario.

«Col senno del poi, in questa situazione in cui si vive da qualche tempo, appare forse più edivdente che a qualche pesce abbiamo abboccato: come l’idea di un progresso illimitato, sempre in divenire e senza alcuna interruzione. Un autore molto celebrato, non più di un anno fa scrisse: Oggi è più probabile che l’uomo medio muoia per un’abbuffatta al McDonalds piuttosto per la siccità, per il virus dell’ebola o per un attacco terroristico di Al Qaida»

Chi glielo dice ora a questo scrittore di origine ebraica, quello che sta accadendo ai nostri giorni?

«Un altro pesce d’aprile a cui abbiamo creduto – ha detto monsignor Pompili – è che l’essere single, starserne da soli, non sia solo più chic o più redditizio, ma in realtà funziona ancor meglio. E ci siamo persuasi che star da soli è meglio, e che ogni legame costruisce un handicap per la nostra autorealizzazione: salvo renderci conto che la nostra solitudine, quando si vive nella fragilità, vuol dire ulteriore debolezza. Eppure, abbiamo abboccato anche all’idea che star da soli è meglio che stare insieme».

E in ultimo, ha concluso don Domenico, «abbiamo abboccato anche all’opinone assai diffusa che l’unico problema del nostro Paese fosse l’arrivo di chi veniva da fuori. L’immigrazione ci ha divisi, ha tenuto banco nei dibattiti. Salvo ora capire meglio che sarebbe stato necessario concentrarsi su altri ambiti: la salute, l’educazione. Anche perchè è proprio di oggi l’appello del sindaco di Bergamo Giorgio Gori che chiede migliaia di braccia da fuori città per far ripartire l’agricoltura: anche questo è stato un pesce d’aprile a cui abbiamo abboccato».