Valle Santa

A Poggio Bustone giovani pronti a mettere la loro vita nelle mani di Dio

In cammino per trovare lo sguardo misericordioso di Cristo. Nel giorno del Perdono di Assisi tanti ragazzi hanno partecipato alla camminata dal Santuario della Foresta a quello di Poggio Bustone. Fra Stefano Maria Sarro: «è un modo per specchiarsi nel volto di Dio»

Accarezzati dal sole, immersi nello splendore del Creato, pronti a liberarsi dei pesi che fanno male all’anima. Camminare per tanti giovani nella Valle Santa di Rieti è ripercorrere, nel giorno del Perdono di Assisi, i passi di San Francesco che proprio in questa terra sperimentò l’infinita misericordia di Dio agli inizi della sua esperienza spirituale. Un’esperienza che, attraverso la fatica del salire ma anche nella gioia della condivisione, i giovani della diocesi locale vivono oggi nell’impossibilità di prendere parte alla Marcia nazionale francescana, annullata a causa del Covid.

La Pastorale giovanile e vocazionale dei Frati Minori di Lazio e Abruzzo ha organizzato una giornata sui sentieri del Cammino di Francesco, partendo alle 16.30 dal santuario della Foresta per arrivare al santuario di Poggio Bustone dove monsignor Domenico Pompili ha presieduto la Messa.

Specchiati nel volto di Dio

«Arriviamo al luogo del Perdono per eccellenza – ha spiegato fra Stefano Maria Sarro, delegato per la pastorale giovanile francescana per la diocesi di Rieti – qui Francesco lo ha ricevuto nei primi anni della sua conversione». Si tratta di un pellegrinaggio particolare – ha aggiunto il frate – è «un muoversi e andare in fraternità verso il Signore che ci accoglie e ci riempie con la pienezza della sua misericordia». I giovani, ha sottolineato fra Stefano, danno valore a questo cammino, in 40 anni di Marcia francescana tanti hanno fatto l’esperienza del Perdono e «anche oggi – ha affermato – i giovani sono aperti a riscoprire una dimensione profonda della ricerca di Dio e a ritrovare il proprio volto rispecchiato in quello del Signore». Spesso, ha aggiunto, i ragazzi non mettono in conto la confessione e invece dopo la marcia questa diventa «l’approdo ad un Dio che mostra il suo cuore aperto, squarciato per la misericordia effusa dalla Croce». «Sono anni che faccio la Marcia francescana, da sacerdote ho visto miracoli interiori meravigliosi, ragazzi che mettono la loro vita nelle mani di Dio».

Con lo sguardo fisso

Come far comprendere ad un giovane la misericordia? «È semplice – ha sottolineato fra Stefano Maria Sarro – come è semplice l’amore e complesso come siamo complessi noi quando iniziamo a camminare per altre vie. Sostanzialmente è orientare lo sguardo e il cuore e mettere a tacere ciò che non serve, fondamentale nell’offerta di input che ci dà il mondo è la capacità di scegliere cosa far entrare negli occhi, nella mente e nel cuore». Fissare lo sguardo sul Signore significa – ha concluso fra Stefano – ricevere il suo amore gratuito, immenso, pieno, senza distrazioni ma attratti dal cuore di Dio che accoglie e perdona.

Gabriella Ceraso e Benedetta Capelli per Vatican News