82. “Caritas in Veritate”. «Senza la verità, la carità viene relegata in un ambito ristretto e privato di relazioni»

«Senza la verità, la carità viene relegata in un ambito ristretto e privato di relazioni. È esclusa dai progetti e dai processi di costruzione di uno sviluppo umano di portata universale, nel dialogo tra i saperi e le operatività».

Siamo al n. 4 dell’enciclica “Caritas in Veritate” si Benedetto XVI e già le indicazioni sono dense di profonde implicazioni. Nella citazione riportata sopra si evidenzia una sorta di “degenerazione” che l’esercizio della carità rischia di correre e che in moti ambiti in realtà già sta attraversando.

Il sapere che ispira l’operatività, quindi le scelte pratiche e progettuali, è un sapere vuoto, senza anima, se non si confronta con l’autore stesso della carità, con l’amore fatto persona. Se quindi, nelle scelte personali, tale opzione rimane salvaguardata in virtù della libertà iscritta nello stato di natura proprio dell’uomo, nelle scelte collettive, comunitarie, sociali, non ultime quelle «(…) di portata universale», la carità, nel senso appena sopra descritto, rimane svuotata del senso primo e ultimo che la riguarda se non riferita prima di tutto alla Verità.

E la verità è un Dio fatto uomo che per amore ha dato se stesso, è morto, ucciso per mano di coloro che ama, gli uomini, ma è anche risorto per dare prova al mondo della possibilità che va oltre ogni ragionevolezza empirica, la vita eterna.

Papa Benedetto XVI usa tanti modi per esprimere che l’atto caritatevole non può prescindere dal legame con Dio: senza questo riferimento essa scivola nel sentimentalismo, come già ricordato nel precedente articolo, rimena relegata alle singole e ristrette relazioni umane, mortificando quel respiro ampio e universale che invece merita e per il quale Cristo stesso ha affrontato la morte.

Sono quindi, le parole del Pontefice, un fortissimo richiamo a porre Dio al centro delle scelte personali e comunitarie, un richiamo che trova la sua privilegiata espressione nell’ambito delle politiche sociali, un’indicazione sottolineata con vigore, che trova la sua congeniale contestualizzazione all’interno della Dottrina Sociale della Chiesa.

Gli uomini infatti sono «Destinatari dell’amore di Dio, (…) costituiti soggetti di carità, chiamati a farsi essi stessi strumenti della grazia, per effondere la carità di Dio e per tessere reti di carità» (n. 5). Il Papa, a proposito del legame tra carità e Dottrina Sociale, è chiarissimo: «(…) Essa è “caritas in veritate in re sociali”: annuncio della verità dell’amore di Cristo nella società». Si vuole sottolineare che la Dottrina Sociale della Chiesa «(…) è servizio della carità, ma nella verità. (…) Lo sviluppo, il benessere sociale, un’adeguata soluzione dei gravi problemi socio-economici che affliggono l’umanità, hanno bisogno di questa verità».

L’amore per il vero, retta coscienza e cura per la responsabilità sociale, sono le strade da percorrere con tenacia per evitare che l’agire sociale cada in balia di interessi privati e logiche di potere che conducono l’uomo verso la disgregazione sociale. In tal senso sono chiarissime le parole di denuncia del Papa e della Dottrina Sociale della Chiesa.

Gli scenari drammatici, di cui spesso ha parlato il magistero sociale della Chiesa, in mancanza di un’etica economica forte e condivisa, oggi, purtroppo, si stanno realizzando sotto gli occhi di tutto il mondo. Un’intera generazione paga gli errori dei corrotti e soprattutto degli ipocriti, che hanno gestito il potere per decenni spesso anche nascondendosi dietro gli alti ideali che la Chiesa stessa ha proposto e che poi hanno squallidamente disatteso.

Uno scenario tanto più grave tanto più se inserito in un contesto in cui la globalizzazione privilegia, e spesso si ferma, al solo aspetto economico. “Caritas in veritate” è il principio intorno a cui ruota la dottrina sociale della Chiesa, ma, con un senso di sano realismo, occorre rilevare che parole come “edificare il bene comune”, delineano una prospettiva vuota se non si guarda alla carità ispirata dalla Verità. Il Papa indica anche i criteri dell’agire morale con cui la Dottrina Sociale si concretizza: giustizia e bene comune.

Aspetti che saranno oggetto di approfondimento la prossima settimana.