San Francesco come in un fumetto

È un tesoro il codice miniato conservato nel Museo Francescano di Roma

Tanto intensa e ricca di avvenimenti fu la vita di San Francesco di Assisi, quanto numerose e variegate furono le testimonianze sul frate-giullare di Dio. Alle tradizioni orali si accompagnarono gli scritti e seguirono quasi subito le tradizioni figurative: affreschi, disegni e miniature. Giotto fu indubbiamente un maestro d’eccezione ed il suo legame col mondo francescano si tradusse nel capolavoro che da secoli si ammira nella Basilica di San Francesco ad Assisi. È importante ricordare che il maestro fiorentino per narrare gli episodi della vita del santo, ebbe come riferimento il più importante e completo testo sulla vita di Francesco, ovvero la “Legenda maior” scritta da San Bonaventura da Bagnoregio.

Il Doctor Seraphicus, al secolo Giovanni Fidanza, cardinale, filosofo e teologo, amico di san Tommaso d’Aquino, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu per ben diciassette anni (dal 1257 al 1274), ministro dell’Ordine francescano. Egli viene considerato come un secondo fondatore dei francescani e sotto di lui furono infatti pubblicate le costituzioni narbonesi. Del suo testo sono giunte a noi diverse versioni manoscritte, tra le quali un codice risalente ad un periodo anteriore al 1500, oggi custodito al Museo Francescano (Istituto Storico dei Cappuccini) a Roma. Il manoscritto, esemplare di delicatissima fattura, attira la nostra attenzione per la ricchezza delle sue miniature che sembrano susseguirsi come le illustrazioni di un fumetto. Composto di 107 fogli di carta pergamena con l’ultima carta recante la data del 30 marzo 1457, il volume scritto con l’elegante scrittura gotica rotonda, porta sul dorso la scritta “Legenda cum figuris e historia S.Francisci figurata”. Tutte le piccole e graziose immagini accompagnano, o meglio, traducono in figura gli episodi della vita del santo.

Quello che colpisce delle miniature è la garbata attenzione nella resa degli episodi, la semplicità del tratto e l’immediatezza comunicativa dei piccoli riquadri che, alla stregua di immaginette devozionali o ex-voto, trasmettono la purezza dello spirito francescano. Se la figura umana, che sia di Francesco o di qualche insigne personaggio, cede ad uno schematismo un po’ ridondante e ripetitivo, è nella gestualità che il miniatore concentra il suo lessico. Le mani traducono la parola suggerita, sussurrata e non vocalizzata: sono alzate per indicare un discorso eloquente o un momento di predicazione, hanno i palmi uniti per la preghiera o per la devozione, e sono utilizzate per rispondere ad un quesito complesso, come nell’immagine del dialogo tra il santo ed un personaggio togato.

Anche la scelta della gamma dei colori sottende ad una precisa volontà, quella di donare all’immagine una pacata atmosfera contemplativa e meditativa: lapislazzulo per il cielo, verde scuro con piccoli tocchi di luce per la natura, mentre gli abiti si muovono su una cromia tra il rosa antico e il rosso vivo. Il maligno è sempre di colore scuro, mentre l’aureola del santo è gialla splendente come la luce del sole.

Il singolo episodio non si racchiude in se stesso ma ne contiene almeno un altro. Il rapporto con la natura e soprattutto con gli animali è costante, tanto che, guardando le immagini, ci sembra di ascoltare il Cantico delle Creature. Invece modernissima è la scena di san Francesco che chiede agli uccelli di tacere, immagine che rimanda, quasi fosse un fotogramma, a “Uccellini uccellacci” di Pierpaolo Pasolini.

L’episodio della visione dei tre troni è meno aulico di quello rappresentato da Giotto, ma si caratterizza per la semplicità interpretativa; il gesto dell’angelo sembra quasi quello di un fratello maggiore che concede il posto più importante al minore. Mentre l’immagine del presepe di Greccio è una scena dal sapore domestico; l’arte del presepe è in fondo l’arte della comunione familiare.

Il codice miniato del Museo Francescano di Roma è un piccolo tesoro che ha una straordinaria caratteristica: si può leggere il testo e seguire le immagini, oppure guardare le immagini e poi seguire il testo, ma soprattutto attraverso l’immagine si trova San Francesco d’Assisi.