49. L’«Evangelium Vitae» di Giovanni Paolo II: approfondimento di temi legati alla vita e alla morte

Con questo numero inizia l’approfondimento dell’Enciclica “Evangelium Vitae” di papa Giovanni Paolo II. L’importante documento è stato pubblicato il 25 marzo 1995, solennità dell’Annunciazione, ed è più che mai attuale perché dedicato al valore e all’inviolabilità della vita umana. Il tema è decisamente ricorrente nella riflessione etica e morale a livello mondiale perché le potenzialità di cui la scienza dispone attualmente per intervenire sulla vita e la morte degli esseri vivente, sono enormi e cresceranno sempre di più. Il documento è composto da quattro capitoli, un’introduzione e una conclusione. L’introduzione delinea il quadro di riferimento nel quale calare le riflessioni approfondite successivamente. Il principio unificante e di fondo a cui tutta l’Enciclica s’ispira riguarda l’incomparabile valore della persona in quanto chiamata a pienezza di vita in Dio, alla partecipazione alla vita stessa di Dio. Il Vangelo della vita è il filo conduttore dell’intero documento: il legame tra vita e Dio è continuamente ripreso e sottolineato, vita e Gesù sono inscindibili. Questo il taglio che subito si coglie, fin dalle prime righe: un binomio inseparabile, Dio e vita, un’unica realtà che invita l’uomo a scoprire e unirsi al Cristo salvatore, sola, reale e vera speranza di vita. Alla vita e alla sua difesa e promozione, purtroppo si contrappongono minacce e attacchi sempre più diffusi e sofisticati che richiedono mezzi, strumenti e anche approfondimenti culturali e etici di grande spessore. Le minacce alla vita nascente, quelle in rapporto alla sua manipolazione, all’etica di fine vita e alla stessa applicazione della pena di morte, sono sfide difficili ma ineludibili per la fede cristiana, e una fede robusta e autentica non può sottrarsi a questo confronto. Gli attentati alla vita dell’uomo sono molteplici e si esprimono in vecchie e nuove forme: aborto, eutanasia, pena di morte, genocidio, manipolazione genetica, creazione e distruzione degli embrioni, suicidio, prostituzione, violenza psicologica, sfruttamento, torture, e altro ancora. Ci si potrebbe spaventare, tirarsi indietro, eppure bisogna resistere di fronte a tante difficoltà e continuare a tenere bene in alto la bandiera del rispetto della vita perché la stessa coscienza dell’uomo “(…) quasi ottenebrata da così vasti condizionamenti, fatica sempre più a percepire la distinzione tra il bene e il male in ciò che tocca lo stesso fondamentale valore della vita umana”. La “Evangelium Vitae” parte da una riflessione condotta sul primo delitto nella storia dell’uomo, l’uccisione di Abele per mano del fratello, Caino, una pagina “ritrascritta ogni giorno, senza sosta e con avvilente ripetizione, nel libro della storia dei popoli” (n. 7). Il tema del rispetto della vita è sviluppato nei capitoli seguenti aprendo ad una profonda riflessione che mette al centro la persona di Gesù come portatore e via per la vita, modello da imitare a cui guardare e ispirarsi. Prosegue ripercorrendo il valore della legge del Signore iscritta nel cuore dell’uomo, declinata nei dieci comandamenti, regole che conducono l’uomo alla vita perché legate alla preoccupazione di Dio nei confronti della sua creatura. Infine il tema diventa provocazione e confronto sul piano culturale delineando una sfida che riguarda la città degli uomini. Un pensiero profondo a Gesù e Sua Madre e una particolare preghiera chiudono l’Enciclica che nella conclusione, con la figura di Gesù bambino, richiama la situazione dei bambini come emblema della tematica affrontata, la vita e la sua difesa.