31. Organo della chiesa del Cimitero

Il rinvenimento all’interno del somiere maestro della scritta

«Alderano C<ont>e Spada, e Figlio | F<ecero> in Terni 1827»

conferma la voce popolare secondo cui l’organo della chiesa di S. Lucia dell’omonimo monastero (ora sede della biblioteca comunale), dopo la sua soppressione e la temporanea (ma lunga) chiusura della chiesa al culto, era stato trasferito alla chiesa del cimitero. L’organo era stato ordinato alla ditta Spada di Terni dal monastero di S. Lucia e pagato 230 ducati, più l’organo vecchio, come ci documenta una nota d’uscita del 1827, in cui si legge:

«Pagati al signor conte Olderano Spada di Terni per l’organo novo fatto nella nostra chiesa, avendogli ridato indietro il vecchio, ducati 230. E più pagati al suddetto per un terzo novo mantice messo in opera in dett’organo ducati 5» ecc.

Nel 1827, per l’appunto, giunse a Rieti su due carretti e fu installato in S. Lucia da tre artigiani venuti appositamente da Terni, che vi lavorarono per 18 giorni. Da Terni venne pure, per lo stesso motivo, un falegname. Sul posto era stata preparata la nuova cassa da un falegname e da un ferraro reatini. A conclusione di tutto giunse a Rieti il figlio del conte, Eugenio, per accordare lo strumento.

Ma non era passato ancora un anno che già l’organo aveva bisogno di essere riparato e di nuovo accordato. Spada lo accomoda di nuovo nel 1829 (quando Raffaele Moro vernicia e indora «la nuova cassa dell’organo») e nel ‘32, lo accorda nel ‘38 e lo aggiusta ancora nel ‘47. Dopo questa data il silenzio.

Di lì a non molti anni, chiesa, convento, beni e suppellettili furono travolti dalla soppressione e desolati dal conseguente abbandono. L’organo di Olderano Spada ricompare nel 1889, quando il Comune deliberò di acquistarlo «per insegnare canto corale agli alunni delle scuole elementari», affidando il compito al maestro Davide Marcucci. Ma probabilmente lo strumento rimase al suo posto.

Dopo questa data l’organo di Spada fu trasferito nel nuovo tempio del cimitero cittadino, dove giace abbandonato e muto.