24 ore per il Signore: l’omelia del Vicario

I fedeli di Rieti si sono raccolti in gran numero nella chiesa Cattedrale, dal pomeriggio del 28 marzo, per partecipare alle 24 ore per il Signore sollecitate da Papa Francesco quale momento di adorazione e riconciliazione.

Alle 18, dopo la Via Crucis animata dall’Ufficio Vocazionale diocesano, è stata celebrata la Messa da don Jaroslaw Krzewicki, vicario generale del Vescovo di Rieti.

Torna Israele al Signore tuo Dio…

Cari Fratelli e Sorelle,

Cogliamo la circostanza del invito del Santo Padre a vivere un’ora di grazia, di misericordia, di perdono. Si può dire, niente di nuovo, ci confessiamo sempre, alcuni lo fanno molto spesso. Ma forse percepiamo una novità dell’invito… dobbiamo vivere il nostro rapporto nella dimensione sociale… Non basta più il mio rapporto intimo, ma sono chiamato a vivere la mia conversione nel contesto della Chiesa… Sono chiamato a riscoprire quel rapporto che avviene tra me e Dio tramite il sacramento. È la Chiesa che dispone quel sacramento, ma che mi affida la sua missione, anche come sfida, come apostolato.

Molti di voi vi siete impegnati in questi giorni per far conoscere l’iniziativa a tutti i nostri fratelli nella fede all’interno della nostra Diocesi. Vi siete impegnati di far giungere questa notizia a ogni persona, perché nessuno si sentisse escluso dalla grazia del perdono, perché accogliesse l’invito e si mettesse a camminare sulle vie della riconciliazione e della pace vera.

Ma c’è un ulteriore elemento della bellezza di questo momento, forse più specifico della nostra realtà diocesana. Sono state chiamate, ma innanzi tutto hanno risposto, tante realtà diocesane per camminare insieme, per dimostrare e vivere il senso di comunione. Ci avviciniamo al Signore e qui, davanti a Lui ci sentiamo fratelli. Ogni divisione, ogni contrasto, ogni delusione, ogni distacco sparisce qui, davanti a Lui, perde il suo impeto, qui, sull’altare maggiore della nostra basilica cattedrale, dove il nostro vescovo è chiamato a celebrare l’Eucaristia, intorno al Signore, ma intorno proprio a quell’altare noi riviviamo in senso profondo la comunione, la vicinanza, la fraternità, come figli di Dio e discepoli di Cristo, chiamati ad essere uniti nella missione che lui ci affida.

Il peccato comincia da un allontanamento, specialmente quello interiore, poi subentra il dubbio, una insicurezza, ma veramente Dio mi guida, mi posso fidare, veramente mi ama? Ma forse dovrei correggere le sue indicazioni, forse non avevo capito bene… Le cose me le prendo e me le gestisco come meglio credo.

Torna Israele, al Signore, tuo Dio…

Immersi nella grazia del Sangue che purifica… Alla radice del perdono sta la sofferenza di colui che ha preso su di se la nostra debolezza umana… Lui conosceva i nostri errori, personali e quelli sociali. Li conosceva allora, come li scopriamo noi, mentre ci facciamo un sincero esame di coscienza. Bisogna che anche la Chiesa, ogni tanto, si purifichi il volto… Forse non solo abbiamo peccato nei nostri cuori, come persone singole, ma come la Comunità che è chiamata ad essere un segno visibile della misericordia di Dio, della pace, del perdono. Il segno della verità che non si nasconde dietro le pareti delle formule ma fa vivere la Parola e la presenza di Dio, a volte prendendo la posizione forte a favore del più debole. Noi cristiani, sappiamo difendere la fede nella sfera pubblica, quando molti la vorrebbero vedere chiusa in sacrestia? Abbiamo coraggio di difendere la vita dei più deboli, e non solo quelli che vorrebbero essere protetti da questo o altro schieramento politico, ma quelli completamente indifesi, appena concepito sotto il cuore materno?

Dio ci conosce, fino in fondo… sa dei nostri problemi… ci porta alla liberazione, ma ci chiede di perseguire la via del perdono… Quello che oggi vogliamo ricevere, ma che siamo chiamati a offrire.

Dove sei Adamo, chiede Dio, dopo che l’uomo ha peccato… mi sono nascosto perché sono nudo… E chi te l’ha detto che sei nudo? Quel dialogo dimostra, che l’uomo dall’inizio nella sua coscienza scopriva la sua fragilità… non poteva sopportare, resistere di stare alla presenza di Dio, perché la sua vita disordinata, dopo la scelta di disobbedienza, lo ha portato al contrasto con Dio e con se stesso. Si copre, si nasconde, si chiude, si isola…

Il peccato nasce dall’inganno, ma prima c’era ancora la superbia. È lui, il Principe delle tenebre, un grande ingannatore che non voleva servire, ne sopportare il secondo posto…. Gli angeli caduti, le figure emblematiche, un giorno scopriremo la natura della loro esistenza e il dramma della loro caduta. Quel biblico inizio del male che causa i pianti e le guerre, le sconfitte e le paure si inserisce anche nella vita nostra, quella personale e quella sociale…. Noi oggi vogliamo indicare quell’inizio che spesso ci ha portato a dire: è stato qualcuno a darci da mangiare. Si, ma alla fine la responsabilità è sempre personale. La colpa non va attribuita sempre agli altri. Sono stato io a scegliere, aderire, e ho mangiato.

Quel frutto era appetitoso, si prestava bene… come gli oggetti dei nostri peccati. Alla radice del peccato sta spesso il buon auspicio, il desiderio del sapere, il sogno della libertà e dell’indipendenza. Un po’ di avventura per volare vicino al sole, senza rendersi conto che lo strumento non è all’altezza, che Dio ci ha creati per camminare con i piedi di piombo, attaccati alla terra, e che noi non siamo aquile, siamo uomini.

Chiediamo oggi umilmente, dove sta il mio peccato? Lo riconosco?

Torna Israele al Signore tuo Dio…

Al centro di questa giornata sta Cristo… Il Santissimo Sacramento, segno della presenza di Dio: e io sono con voi fino alla fine del mondo… Dio non ci abbandona, perché nel segno sacramentale rimane con noi per sempre. In questa cattedrale, noi lo adoriamo, ma siamo beati, perché in questa città Dio è sempre presente, abita in mezzo a noi. Sempre.

24 ore per il Signore… Solo 24? Ore? Ma si può cambiare la vita in 24 ore? La vita mia o tua? Nostra personale? Si può cambiare la vita della città in 24 ore? La vita della diocesi? Ci facciamo grandi programmi pastorali, sociali, economici, di ogni genere. Ci facciamo programmi a lungo termine. Oggi il papa ci trasmette questo grande desiderio che ha sentito nel cuore, e non è un desiderio solo suo personale, ma è un soffio dello Spirito che ci rinfresca oggi il cuore: dammi 24 ore della tua vita… dammi un attimo, ma che sia pieno di grazia, e di te stesso. Prendi impegno, apri il cuore, aprilo fino in fondo… tocca il mistero dell’amore perduto, svanito, messo alla prova, strappato, forse tradito…

L’amore filiale… I genitori che hai sfruttato, mai amati, mai rispettati, strumentalizzati… forse maltrattati, forse abbandonati, forse presi con superficialità da colui che è cresciuto solo pensando a se stesso…

L’amore coniugale, mai vissuto fino in fondo, mai uscito dai vicoli dell’egoismo, del proprio interesse, del dominio, della voglia di comandare, della comodità o della convenienza… L’amore egoistico per cui uno sguardo e si sente ferito e tradito, l’amore mai disposto al perdono, a chiederlo oppure a offrirlo…

L’amore dei fidanzati, che convivono da una vita, senza pensare alla famiglia, all’altro, senza assumersi un impegno…

L’amore vissuto come fedeltà ad un amico… che si fida… Ingenuamente crede, segue, si abbandona, per poi ricevere un bacio di Giuda, una falsa promessa, una menzogna, che copre la sporcizia del cuore

L’amore della patria… Che viene amata solo a parole e alle promesse elettoriali

L’amore del paese…

L’amore del nemico… mai considerato, mai compreso, mai voluto, mai accettato… i nemici vengono sterminati, i concorrenti vengono schiacciati… a volte nel nome dei valori, che servono come un foglio del fico per coprire la coscienza e fare lo stesso con la trasparenza…

24 ore per cambiare la persona… Nell’intimità dell’incontro davanti al Signore

Ma poi servono a cambiare le nostre famiglie… vieni, confessati, chiedi il perdono di Dio, affida a lui i tuoi errori, e poi, alzati e lotta per la tua vita, per la famiglia… forse è ancora da salvare… La società che forse è ancora da difendere, da vivere, da persone oneste che vanno oltre i propri egoismi.

24 ore che servono per cambiare la società… Come? Riconciliati con Dio, ma poi con il tuo fratello, non importa se ti è amico. Fai pace, cercalo, aiuta. Gli appuntamenti di notte oscura, quando volevi tradire colui che ti ama o si fida o crede in te… non si realizzino mai.

24 ore per il Signore. Davvero per Lui? No, sono per me e per te, per noi. Per la vita della nostra Diocesi e della Chiesa intera. Che continui nel nome del Signore. Amen